Salute e benessere

1,5 milioni di italiani colpiti dalla demenza, l'Alzheimer la forma più comune

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7 Ottobre 2024

La demenza è un lento e progressivo declino delle funzioni mentali, comprese memoria, pensiero, giudizio e capacità di apprendimento. Sebbene si manifesti prevalentemente nelle persone di età superiore ai 65 anni, è fondamentale sottolineare che non è una parte inevitabile dell'invecchiamento normale, molte persone che superano i 100 anni ne sono esenti. Tuttavia, la demenza è una patologia, non una conseguenza dell'invecchiamento, e potrebbe essere causata da molte patologie diverse.

Il professor Sandro Sorbi, esperto in Neurologia presso l'Università di Firenze, tra i principali ricercatori italiani sull'Alzheimer, spiega che "in Italia, si stima che circa 1,5 milioni di persone soffrono di demenza. La cifra potrebbe essere sottostimata perché l'attenzione è sempre più focalizzata sui pazienti nelle fasi iniziali della malattia, la cui diagnosi è particolarmente complessa. Le nuove terapie, già in uso negli Stati Uniti, sono indirizzate a questi pazienti preclinici, ossia coloro con segni minimi di malattia ma prove di disfunzione".

La demenza è strettamente connessa all'invecchiamento, e con il progressivo invecchiamento della popolazione italiana, ci aspettiamo un aumento significativo nei casi nel prossimo futuro. Secondo le proiezioni demografiche, entro il 2051 in Italia ci saranno 280 anziani ogni 100 giovani, e ciò comporterà un incremento delle malattie croniche legate all'età, comprese le demenze.

Mentre la demenza tende a colpire principalmente le persone anziane, il professor Sorbi sottolinea che non dovremmo trascurare il fatto che esistono anche casi di demenza giovanile, compresi i casi di Alzheimer a esordio precoce. Tuttavia, sfortunatamente, ci sono ancora pochi studi epidemiologici riguardo a questi casi.

Ci sono diverse forme di demenza, tra cui l'Alzheimer, le demenze fronto-temporali e le demenze legate al parkinsonismo. Inoltre, esistono anche le cosiddette "demenze evitabili", tra cui la demenza alcolica, la demenza traumatica e la demenza da carenza di vitamina B1.

Le donne risultano più colpite, principalmente a causa della loro longevità superiore rispetto agli uomini. Tuttavia, la percentuale di uomini colpiti non è significativamente diversa.

Per quanto riguarda la diagnosi, le demenze iniziano spesso con piccoli sintomi, come una lieve perdita di memoria o cambiamenti nel comportamento. Tuttavia, questi primi segnali sono talvolta difficili da distinguere da stress e fatica, rendendo la diagnosi precoce un compito impegnativo.

In sintesi, la demenza rappresenta una sfida crescente per l'Italia, con una popolazione che invecchia rapidamente. È fondamentale affrontare la condizione con maggiore consapevolezza e attenzione, investendo in ricerca e prevenzione per garantire una migliore qualità di vita per i pazienti e le loro famiglie.


La demenza è un lento e progressivo declino delle funzioni mentali, comprese memoria, pensiero, giudizio e capacità di apprendimento. Sebbene si manifesti prevalentemente nelle persone di età superiore ai 65 anni, è fondamentale sottolineare che non è una parte inevitabile dell'invecchiamento normale, molte persone che superano i 100 anni ne sono esenti. Tuttavia, la demenza è una patologia, non una conseguenza dell'invecchiamento, e potrebbe essere causata da molte patologie diverse.

Il professor Sandro Sorbi, esperto in Neurologia presso l'Università di Firenze, tra i principali ricercatori italiani sull'Alzheimer, spiega che "in Italia, si stima che circa 1,5 milioni di persone soffrono di demenza. La cifra potrebbe essere sottostimata perché l'attenzione è sempre più focalizzata sui pazienti nelle fasi iniziali della malattia, la cui diagnosi è particolarmente complessa. Le nuove terapie, già in uso negli Stati Uniti, sono indirizzate a questi pazienti preclinici, ossia coloro con segni minimi di malattia ma prove di disfunzione".

La demenza è strettamente connessa all'invecchiamento, e con il progressivo invecchiamento della popolazione italiana, ci aspettiamo un aumento significativo nei casi nel prossimo futuro. Secondo le proiezioni demografiche, entro il 2051 in Italia ci saranno 280 anziani ogni 100 giovani, e ciò comporterà un incremento delle malattie croniche legate all'età, comprese le demenze.

Mentre la demenza tende a colpire principalmente le persone anziane, il professor Sorbi sottolinea che non dovremmo trascurare il fatto che esistono anche casi di demenza giovanile, compresi i casi di Alzheimer a esordio precoce. Tuttavia, sfortunatamente, ci sono ancora pochi studi epidemiologici riguardo a questi casi.

Ci sono diverse forme di demenza, tra cui l'Alzheimer, le demenze fronto-temporali e le demenze legate al parkinsonismo. Inoltre, esistono anche le cosiddette "demenze evitabili", tra cui la demenza alcolica, la demenza traumatica e la demenza da carenza di vitamina B1.

Le donne risultano più colpite, principalmente a causa della loro longevità superiore rispetto agli uomini. Tuttavia, la percentuale di uomini colpiti non è significativamente diversa.

Per quanto riguarda la diagnosi, le demenze iniziano spesso con piccoli sintomi, come una lieve perdita di memoria o cambiamenti nel comportamento. Tuttavia, questi primi segnali sono talvolta difficili da distinguere da stress e fatica, rendendo la diagnosi precoce un compito impegnativo.

In sintesi, la demenza rappresenta una sfida crescente per l'Italia, con una popolazione che invecchia rapidamente. È fondamentale affrontare la condizione con maggiore consapevolezza e attenzione, investendo in ricerca e prevenzione per garantire una migliore qualità di vita per i pazienti e le loro famiglie.

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