Costume e Società

“Adolescenti caregiver”: l’Italia è tra i Paesi europei in cui i nipoti si prendono più cura dei nonni

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7 Ottobre 2024

La presenza dei nonni nella vita quotidiana diviene per molte famiglie fonte di aiuto, supporto e sostegno: i rapporti che si creano tra nonni e nipoti, in particolare, rappresentano dei legami unici ed indissolubili, persino quando i ruoli si invertono con l’avanzare del tempo e dell’età. A dimostrazione del profondo bene che sussiste tra queste due diverse generazioni, quella degli anziani e quella degli adolescenti, ha suscitato particolare interesse una ricerca su anziani e caregiver pubblicata dalla rivista multidisciplinare “International Journal of Care and Caring”, dove l’Italia è risultata essere tra i Paesi europei in cui gli adolescenti si prendono quotidianamente più cura di nonni e nonne.

Questo importante dato, che ha attirato l’attenzione della ricerca, rappresenta un fenomeno di assoluta rilevanza: lo studio, che ha preso in considerazione sei diversi Paesi europei, ovvero Italia, Paesi Bassi, Slovenia, Svezia, Svizzera e Regno Unito, ha riscontrato che il campione italiano di giovani è ad oggi quello più impegnato ad assistere i nonni con il 59,3%, posizionandosi davanti a quello svizzero con il 34,2% e a quello sloveno con il 37,8%. La ricerca, analizzando i dati ottenuti dalle risposte rilasciate da un campione di 240 adolescenti italiani tra i 15 e i 17 anni, ha inoltre evidenziato che il 67% di coloro che si prendono cura die nonni appartiene al genere femminile: questi caregiver avrebbero anche dichiarato di essere meno coinvolti nella presa in carico di un familiare malato quando questo potrebbe essere il genitore o un fratello, invece che un nonno.

Questo esito, che ha in ogni caso sottolineato la notevole importanza che i nonni hanno nella vita dei più giovani, è stato ipoteticamente raggiunto, secondo i ricercatori, per due principali motivi: da una parte come conseguenza di una forte tradizione culturale tipicamente italiana, dall’altra come risultato della difficoltà del paese di farsi carico di una fetta sempre più larga di popolazione che invecchia. Il progressivo invecchiamento della cittadinanza, infatti, avrebbe causato non poche difficoltà alla gestione della popolazione anziana, costringendo tante famiglie in difficoltà a individuare soluzioni adeguate alla cura dei propri cari; il caregiving, tuttavia, seppur generando nei più piccoli un impatto positivo attraverso la dimostrazione di affetto verso i propri nonni, avrebbe anche un risvolto negativo in termini di stress e di impegno

Come emerso dall’indagine, il tempo dedicato alla cura degli altri avrebbe influito negativamente su alcuni fronti sia sociali che individuali, come per esempio sul rendimento scolastico: l’8% dei ragazzi italiani e il 14,8% dei sei Paesi europei ha riferito di essere stato bullizzato per il fatto di doversi prendere cura di qualcuno, mentre per il 29% dei ragazzi italiani questa responsabilità ha determinato un peggioramento della salute fisica (22% la media per i 6 Paesi europei) e mentale per il 19% (28,6% la media nei 6 Paesi). Fare i “caregiver” può risultare così pesante che l’8,5% del campione italiano ha avuto pensieri autolesionisti, mentre il 6,6%, in linea con la media nei sei Paesi, ha invece pensato di fare male a qualcun altro: nel 57% dei casi la persona a cui si immagina di nuocere è la stessa di cui si è soliti prendersi cura.

La presenza dei nonni nella vita quotidiana diviene per molte famiglie fonte di aiuto, supporto e sostegno: i rapporti che si creano tra nonni e nipoti, in particolare, rappresentano dei legami unici ed indissolubili, persino quando i ruoli si invertono con l’avanzare del tempo e dell’età. A dimostrazione del profondo bene che sussiste tra queste due diverse generazioni, quella degli anziani e quella degli adolescenti, ha suscitato particolare interesse una ricerca su anziani e caregiver pubblicata dalla rivista multidisciplinare “International Journal of Care and Caring”, dove l’Italia è risultata essere tra i Paesi europei in cui gli adolescenti si prendono quotidianamente più cura di nonni e nonne.

Questo importante dato, che ha attirato l’attenzione della ricerca, rappresenta un fenomeno di assoluta rilevanza: lo studio, che ha preso in considerazione sei diversi Paesi europei, ovvero Italia, Paesi Bassi, Slovenia, Svezia, Svizzera e Regno Unito, ha riscontrato che il campione italiano di giovani è ad oggi quello più impegnato ad assistere i nonni con il 59,3%, posizionandosi davanti a quello svizzero con il 34,2% e a quello sloveno con il 37,8%. La ricerca, analizzando i dati ottenuti dalle risposte rilasciate da un campione di 240 adolescenti italiani tra i 15 e i 17 anni, ha inoltre evidenziato che il 67% di coloro che si prendono cura die nonni appartiene al genere femminile: questi caregiver avrebbero anche dichiarato di essere meno coinvolti nella presa in carico di un familiare malato quando questo potrebbe essere il genitore o un fratello, invece che un nonno.

Questo esito, che ha in ogni caso sottolineato la notevole importanza che i nonni hanno nella vita dei più giovani, è stato ipoteticamente raggiunto, secondo i ricercatori, per due principali motivi: da una parte come conseguenza di una forte tradizione culturale tipicamente italiana, dall’altra come risultato della difficoltà del paese di farsi carico di una fetta sempre più larga di popolazione che invecchia. Il progressivo invecchiamento della cittadinanza, infatti, avrebbe causato non poche difficoltà alla gestione della popolazione anziana, costringendo tante famiglie in difficoltà a individuare soluzioni adeguate alla cura dei propri cari; il caregiving, tuttavia, seppur generando nei più piccoli un impatto positivo attraverso la dimostrazione di affetto verso i propri nonni, avrebbe anche un risvolto negativo in termini di stress e di impegno

Come emerso dall’indagine, il tempo dedicato alla cura degli altri avrebbe influito negativamente su alcuni fronti sia sociali che individuali, come per esempio sul rendimento scolastico: l’8% dei ragazzi italiani e il 14,8% dei sei Paesi europei ha riferito di essere stato bullizzato per il fatto di doversi prendere cura di qualcuno, mentre per il 29% dei ragazzi italiani questa responsabilità ha determinato un peggioramento della salute fisica (22% la media per i 6 Paesi europei) e mentale per il 19% (28,6% la media nei 6 Paesi). Fare i “caregiver” può risultare così pesante che l’8,5% del campione italiano ha avuto pensieri autolesionisti, mentre il 6,6%, in linea con la media nei sei Paesi, ha invece pensato di fare male a qualcun altro: nel 57% dei casi la persona a cui si immagina di nuocere è la stessa di cui si è soliti prendersi cura.

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