Biogen ha da poco annunciato che chiederà l’autorizzazione per l’utilizzo del farmaco sperimentale ‘Aducanumab’ alla FDA (Food & Drug Administration, l’ente governativo USA per la regolamentazione dei farmaci). Il trial clinico del farmaco era stato inizialmente interrotto perché i risultati apparivano deludenti. Ma una nuova analisi dei dati ha portato l’azienda a rivedere i risultati.
Come invece riferisce l’agenzia
ANSA, l’
analisi di un insieme più ampio di dati provenienti dallo stesso trial clinico, ha portato l’azienda farmaceutica a sostenere che,
elevando il dosaggio del farmaco, la molecola di
Aducanumab sarebbe in
effetti attiva contro la beta amiloide ed
efficace nel contrastare il progressivo declino cognitivo cui vanno purtroppo incontro gli anziani malati di Alzheimer.
I pazienti cui è stato somministrato il farmaco sperimentale, avrebbero ottenuto secondo l’azienda dei miglioramenti significativi delle funzioni cognitive e di altri parametri come la memoria, il linguaggio e il senso dell’orientamento. "Siamo fiduciosi nella prospettiva di offrire ai pazienti la prima terapia che riduce il declino clinico dell'Alzheimer", dichiara Michel Vounatsos, amministratore delegato della Biogen.
Biogen presenterà la richiesta di autorizzazione alla vendita del farmaco negli USA all’inizio del 2020 e il processo di approvazione da parte della FDA potrebbe impiegare 1-2 anni. Nel frattempo l’azienda continuerà a dialogare con le autorità regolatorie di altri paesi tra cui l’Europa.
Si accende una nuova speranza nella
lotta contro l’Alzheimer: l’azienda farmaceutica americana
Biogen ha da poco annunciato che chiederà l’autorizzazione per l’utilizzo del farmaco sperimentale ‘
Aducanumab’ alla
FDA (Food & Drug Administration, l’ente governativo USA per la regolamentazione dei farmaci). Il trial clinico del farmaco era stato inizialmente interrotto perché i risultati apparivano deludenti. Ma una nuova analisi dei dati ha portato l’azienda a rivedere i risultati.
Aducanumab è un anticorpo creato specificamente per rimuovere dal cervello la proteina ‘beta-amiloide’, ritenuta da sempre la principale causa della malattia di Alzheimer. La Biogen aveva interrotto la sperimentazione nel marzo 2019, dopo che una prima analisi dei dati non aveva mostrato significativi miglioramenti nei pazienti.
Come invece riferisce l’agenzia
ANSA, l’
analisi di un insieme più ampio di dati provenienti dallo stesso trial clinico, ha portato l’azienda farmaceutica a sostenere che,
elevando il dosaggio del farmaco, la molecola di
Aducanumab sarebbe in
effetti attiva contro la beta amiloide ed
efficace nel contrastare il progressivo declino cognitivo cui vanno purtroppo incontro gli anziani malati di Alzheimer.
I pazienti cui è stato somministrato il farmaco sperimentale, avrebbero ottenuto secondo l’azienda dei miglioramenti significativi delle funzioni cognitive e di altri parametri come la memoria, il linguaggio e il senso dell’orientamento. "Siamo fiduciosi nella prospettiva di offrire ai pazienti la prima terapia che riduce il declino clinico dell'Alzheimer", dichiara Michel Vounatsos, amministratore delegato della Biogen.
Come sostiene in un commento all’ANSA Michele Vendruscolo, ricercatore dell’Università di Cambridge, si tratta di un annuncio della massima importanza perché, se la FDA concederà la propria approvazione, Aducanumab diventerebbe il primo farmaco in commercio per la cura dell’Alzheimer e darebbe la dimostrazione che contrastare la proteina beta amiloide costituisce un approccio terapeutico efficace. La scoperta, sempre secondo il ricercatore, potrebbe inoltre aprire la strada per la creazione di nuove terapie più potenti sia per l’Alzheimer che per altre malattie neurodegenerative come la SLA e il Parkinson.
Biogen presenterà la richiesta di autorizzazione alla vendita del farmaco negli USA all’inizio del 2020 e il processo di approvazione da parte della FDA potrebbe impiegare 1-2 anni. Nel frattempo l’azienda continuerà a dialogare con le autorità regolatorie di altri paesi tra cui l’Europa.