Costume e Società

Approvato il decreto legislativo: Il futuro del welfare per la terza età delineato nella riforma per gli anziani

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17 Ottobre 2024

Il termine per l'arrivo era il 31 gennaio 2024, ed ecco che è finalmente arrivato. Parliamo del decreto legislativo che doveva dare attuazione alla legge delega 33/2023, concernente politiche sull'invecchiamento attivo, la promozione dell'autonomia, la prevenzione della fragilità, l'assistenza e la cura degli anziani, anche se non autosufficienti. 

È stato approvato dal Consiglio dei ministri. Tuttavia, anziché decreti attuativi, è stato presentato uno schema unico di decreto legislativo che dovrà passare attraverso il Parlamento. Questo schema riscrive in larga parte la legge delega, apportando significative modifiche e richiedendo una serie di atti successivi per essere implementato. Resta da vedere se sarà sufficiente per l'Unione europea e soprattutto per gli anziani non autosufficienti e le loro famiglie.

In merito alle risorse, il Governo afferma che ci sono "oltre un miliardo di euro". La misura principale è la sperimentazione di una nuova prestazione universale che avverrà nel biennio 2025/2026 e comporterà un aumento del circa il 200% dell'importo dell'assegno di accompagnamento. La viceministra del Lavoro e delle Politiche Sociali, Maria Teresa Bellucci, aveva dichiarato a VITA che “il tema è la razionalizzazione dell’utilizzo delle risorse che già ci sono e come istituire modelli organizzativi che mettano insieme la gestione di quelle risorse. Il primo dovere dello Stato non è quello di andare a trovare altre risorse, ma di utilizzare in maniera efficiente e efficace quelle che ci sono”.

Tuttavia, questa è una riforma attesa da vent'anni su un tema su cui il Paese è molto indietro, coinvolgendo oltre 14 milioni di anziani, di cui 3,8 milioni non autosufficienti, e definirà il sistema dei servizi per i prossimi decenni. Nonostante potenziali risorse disponibili durante il processo parlamentare e nei successivi decreti attuativi, il fabbisogno di risorse aggiuntive è stato stimato tra i 5 e i 7 miliardi di euro all'anno per realizzare pienamente ciò che la legge 33/2023 prevedeva.

La viceministra Bellucci ha commentato: "È una grande emozione e un onore aver portato in Consiglio dei Ministri la riforma in favore della terza età, rispettando perfettamente i tempi dettati dal Pnrr. Dopo mesi di lavoro serrato, dico, senza enfasi, che questa legge ha il potenziale per costituire una 'pietra miliare', perché dà il via a un nuovo welfare per le persone anziane, più inclusivo, più semplice e soprattutto più giusto, perché pensato per i bisogni reali delle persone e delle famiglie. È il momento di dare finalmente risposte efficaci a milioni di famiglie".

I quattro pilastri della riforma sono una nuova governance del sistema, una nuova domiciliarità, una nuova residenzialità e una riforma dell'indennità di accompagnamento. Il decreto legislativo attua questi pilastri in vari modi, ma presenta anche alcune divergenze rispetto alla legge delega.


Il termine per l'arrivo era il 31 gennaio 2024, ed ecco che è finalmente arrivato. Parliamo del decreto legislativo che doveva dare attuazione alla legge delega 33/2023, concernente politiche sull'invecchiamento attivo, la promozione dell'autonomia, la prevenzione della fragilità, l'assistenza e la cura degli anziani, anche se non autosufficienti. 

È stato approvato dal Consiglio dei ministri. Tuttavia, anziché decreti attuativi, è stato presentato uno schema unico di decreto legislativo che dovrà passare attraverso il Parlamento. Questo schema riscrive in larga parte la legge delega, apportando significative modifiche e richiedendo una serie di atti successivi per essere implementato. Resta da vedere se sarà sufficiente per l'Unione europea e soprattutto per gli anziani non autosufficienti e le loro famiglie.

In merito alle risorse, il Governo afferma che ci sono "oltre un miliardo di euro". La misura principale è la sperimentazione di una nuova prestazione universale che avverrà nel biennio 2025/2026 e comporterà un aumento del circa il 200% dell'importo dell'assegno di accompagnamento. La viceministra del Lavoro e delle Politiche Sociali, Maria Teresa Bellucci, aveva dichiarato a VITA che “il tema è la razionalizzazione dell’utilizzo delle risorse che già ci sono e come istituire modelli organizzativi che mettano insieme la gestione di quelle risorse. Il primo dovere dello Stato non è quello di andare a trovare altre risorse, ma di utilizzare in maniera efficiente e efficace quelle che ci sono”.

Tuttavia, questa è una riforma attesa da vent'anni su un tema su cui il Paese è molto indietro, coinvolgendo oltre 14 milioni di anziani, di cui 3,8 milioni non autosufficienti, e definirà il sistema dei servizi per i prossimi decenni. Nonostante potenziali risorse disponibili durante il processo parlamentare e nei successivi decreti attuativi, il fabbisogno di risorse aggiuntive è stato stimato tra i 5 e i 7 miliardi di euro all'anno per realizzare pienamente ciò che la legge 33/2023 prevedeva.

La viceministra Bellucci ha commentato: "È una grande emozione e un onore aver portato in Consiglio dei Ministri la riforma in favore della terza età, rispettando perfettamente i tempi dettati dal Pnrr. Dopo mesi di lavoro serrato, dico, senza enfasi, che questa legge ha il potenziale per costituire una 'pietra miliare', perché dà il via a un nuovo welfare per le persone anziane, più inclusivo, più semplice e soprattutto più giusto, perché pensato per i bisogni reali delle persone e delle famiglie. È il momento di dare finalmente risposte efficaci a milioni di famiglie".

I quattro pilastri della riforma sono una nuova governance del sistema, una nuova domiciliarità, una nuova residenzialità e una riforma dell'indennità di accompagnamento. Il decreto legislativo attua questi pilastri in vari modi, ma presenta anche alcune divergenze rispetto alla legge delega.

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