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Assegno di cura: le linee guida per il sussidio destinato ad anziani e disabili

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16 Ottobre 2024

L’assistenza dei più fragili costituisce un argomento particolarmente dibattuto all’interno della nostra società, che interessa non solo le famiglie con a carico persone anziane, ma anche quelle con familiari disabili. Nel nostro paese sono state introdotte negli anni importanti forme di aiuto, che hanno in parte supportato la popolazione italiana garantendo una vasta rete di servizi: a livello economico, politico ed istituzionale, infatti, le riforme sviluppate hanno assicurato garanzie e sussidi, per ridurre le spese a carico delle tante realtà bisognose di assistenza.

Ad oggi, un importante aiuto economico è rappresentato dall’assegno di cura: quest’ultimo, che consiste in un sussidio economico mensile erogato alle famiglie con anziani o disabili, è un valido mezzo per promuovere l’assistenza continua, permettendo ai malati di ricevere cure nel proprio ambiente abitativo con l’attenzione e l’affetto dei propri cari. L’assegno di cura, che varia da un minimo di 50 euro ad un massimo di 1000, è rivolto alle persone non autosufficienti, che cioè non sono in grado di svolgere autonomamente le diverse azioni della vita quotidiana, e ha come obiettivo ultimo la domiciliarità: mediante un assegno economico che può variare a seconda del reddito determinato attraverso l’ISEE, i familiari ricevono un aiuto per le cure e le terapie, favorendo il benessere dei più fragili e la continuità dell’assistenza. Attualmente questo assegno non è disponibile in tutte le regioni italiane: è necessario informarsi presso il proprio Comune di residenza, anche se delibere relative sono state adottate in alcune regioni, come in Valle d’Aosta, Piemonte, Veneto, Friuli-Venezia Giulia, Toscana, Emilia-Romagna, Marche, Abruzzo e Sardegna. L’assegno di cura non è erogato a tempo indeterminato: periodicamente, infatti, vengono effettuate verifiche di conformità dei requisiti, al fine di limitare eventuali comportamenti scorretti da parte di coloro che non dispongono delle caratteristiche per poterlo ricevere. 

I requisiti di accesso all’assegno prevedono la dichiarazione di non autosufficienza con certificazione di invalidità al 100%, un reddito ISEE inferiore all’importo stabilito dalla Regione, la constatata disabilità fisica o di demenza, e la presenza o meno di collaboratori domestici e badanti: le domande devono essere inviate nel rispetto dei tempi e delle modalità previste dai regolamenti comunali o regionali, comprovando quanto dichiarato con documenti e autocertificazioni. L’assegno di cura, che si differenzia per caratteristiche dall’assegno di accompagnamento fornito dall’INPS, è l’alternativo all’inserimento in una residenza per anziani: le prestazioni di entrambi i sussidi sono in ogni caso compatibili tra loro, ed è quindi possibile beneficiare di entrambi. Successivamente all’invio delle domande, verrà stilata dal proprio Comune di appartenenza una graduatoria, con un elenco delle persone che avranno il diritto di godere dell’aiuto economico.

Il tentativo di permettere la cura dell’anziano o del disabile nella propria casa ha costituito nel tempo un enorme passo in avanti: l’erogazione di un beneficio economico correlato al bisogno assistenziale e alle condizioni economiche del nucleo familiare ha concesso nuove forme di autonomia, individuando importanti conseguenze positive anche nei pazienti a stretto contatto con le proprie famiglie. Questo aiuto, che può essere impiegato per sostenere le spese di un assistente familiare, per l’acquisto di servizi assistenziali o per contribuire a pagare servizi assistenziali pubblici a sostegno della permanenza a domicilio, trova in alcune Regioni un ulteriore finanziamento: per esempio nella Regione Lazio è il Comune stesso a fornire il servizio ai cittadini, in Sicilia è stato stanziato un fondo di 7 milioni, in Emilia-Romagna è stato realizzato il Fondo Regionale della non autosufficienza, mentre in Sardegna sono stati progettati appositi piani personalizzati di erogazione economica. L’assegno di cura ha creato il presupposto per permettere alle persone malate o bisognose di assistenza di vivere la propria vita senza necessariamente avvalersi di servizi residenziali e ospedalieri: lo Stato, mediante validi sostegni economici ha incoraggiato le famiglie a gestire i propri cari in casa, incrementando l’assistenza domiciliare e rendendola più efficiente. 


L’assistenza dei più fragili costituisce un argomento particolarmente dibattuto all’interno della nostra società, che interessa non solo le famiglie con a carico persone anziane, ma anche quelle con familiari disabili. Nel nostro paese sono state introdotte negli anni importanti forme di aiuto, che hanno in parte supportato la popolazione italiana garantendo una vasta rete di servizi: a livello economico, politico ed istituzionale, infatti, le riforme sviluppate hanno assicurato garanzie e sussidi, per ridurre le spese a carico delle tante realtà bisognose di assistenza.

Ad oggi, un importante aiuto economico è rappresentato dall’assegno di cura: quest’ultimo, che consiste in un sussidio economico mensile erogato alle famiglie con anziani o disabili, è un valido mezzo per promuovere l’assistenza continua, permettendo ai malati di ricevere cure nel proprio ambiente abitativo con l’attenzione e l’affetto dei propri cari. L’assegno di cura, che varia da un minimo di 50 euro ad un massimo di 1000, è rivolto alle persone non autosufficienti, che cioè non sono in grado di svolgere autonomamente le diverse azioni della vita quotidiana, e ha come obiettivo ultimo la domiciliarità: mediante un assegno economico che può variare a seconda del reddito determinato attraverso l’ISEE, i familiari ricevono un aiuto per le cure e le terapie, favorendo il benessere dei più fragili e la continuità dell’assistenza. Attualmente questo assegno non è disponibile in tutte le regioni italiane: è necessario informarsi presso il proprio Comune di residenza, anche se delibere relative sono state adottate in alcune regioni, come in Valle d’Aosta, Piemonte, Veneto, Friuli-Venezia Giulia, Toscana, Emilia-Romagna, Marche, Abruzzo e Sardegna. L’assegno di cura non è erogato a tempo indeterminato: periodicamente, infatti, vengono effettuate verifiche di conformità dei requisiti, al fine di limitare eventuali comportamenti scorretti da parte di coloro che non dispongono delle caratteristiche per poterlo ricevere. 

I requisiti di accesso all’assegno prevedono la dichiarazione di non autosufficienza con certificazione di invalidità al 100%, un reddito ISEE inferiore all’importo stabilito dalla Regione, la constatata disabilità fisica o di demenza, e la presenza o meno di collaboratori domestici e badanti: le domande devono essere inviate nel rispetto dei tempi e delle modalità previste dai regolamenti comunali o regionali, comprovando quanto dichiarato con documenti e autocertificazioni. L’assegno di cura, che si differenzia per caratteristiche dall’assegno di accompagnamento fornito dall’INPS, è l’alternativo all’inserimento in una residenza per anziani: le prestazioni di entrambi i sussidi sono in ogni caso compatibili tra loro, ed è quindi possibile beneficiare di entrambi. Successivamente all’invio delle domande, verrà stilata dal proprio Comune di appartenenza una graduatoria, con un elenco delle persone che avranno il diritto di godere dell’aiuto economico.

Il tentativo di permettere la cura dell’anziano o del disabile nella propria casa ha costituito nel tempo un enorme passo in avanti: l’erogazione di un beneficio economico correlato al bisogno assistenziale e alle condizioni economiche del nucleo familiare ha concesso nuove forme di autonomia, individuando importanti conseguenze positive anche nei pazienti a stretto contatto con le proprie famiglie. Questo aiuto, che può essere impiegato per sostenere le spese di un assistente familiare, per l’acquisto di servizi assistenziali o per contribuire a pagare servizi assistenziali pubblici a sostegno della permanenza a domicilio, trova in alcune Regioni un ulteriore finanziamento: per esempio nella Regione Lazio è il Comune stesso a fornire il servizio ai cittadini, in Sicilia è stato stanziato un fondo di 7 milioni, in Emilia-Romagna è stato realizzato il Fondo Regionale della non autosufficienza, mentre in Sardegna sono stati progettati appositi piani personalizzati di erogazione economica. L’assegno di cura ha creato il presupposto per permettere alle persone malate o bisognose di assistenza di vivere la propria vita senza necessariamente avvalersi di servizi residenziali e ospedalieri: lo Stato, mediante validi sostegni economici ha incoraggiato le famiglie a gestire i propri cari in casa, incrementando l’assistenza domiciliare e rendendola più efficiente. 

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