Salute e benessere

Aumento dei casi di demenza nei sotto i 65 anni: identificati 4 fattori di rischio

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16 Ottobre 2024

Non solo gli anziani, ma anche i "più giovani", coloro che hanno meno di 65 anni, stanno sperimentando un aumento dei casi di demenza. In realtà, il declino cognitivo può iniziare già attorno ai 30 anni, senza mostrare segni apparenti.

Uno studio recente pubblicato su Jama Neurology rivela che la demenza ad esordio giovanile è legata a quattro specifici fattori di rischio, aprendo la possibilità di interventi preventivi. La ricerca, guidata da Stevie Hendriks della Maastricht University nei Paesi Bassi, ha analizzato i dati di oltre 360.000 individui della UK Biobank seguiti per otto anni. Durante il periodo di osservazione, si sono verificati circa 17 casi di demenza ad esordio precoce ogni 100.000 persone all'anno. La maggioranza dei "giovani" colpiti aveva tra i 40 e i 50 anni. 

Tuttavia, i quattro fattori di rischio, potenzialmente modificabili, associati all'insorgere della demenza prima dei 65 anni, includono bassi livelli di vitamina D, ipotensione ortostatica (una rapida diminuzione della pressione sanguigna al cambiare di posizione), un aumento della proteina C reattiva nel sangue (indicatore di infiammazione) e l'isolamento sociale

"Abbiamo osservato in particolare che livelli inferiori alla norma di vitamina D, che ha un effetto neuroprotettivo, e, al contrario, livelli alti di proteina C reattiva, sembrano predire le probabilità di demenza giovanile", si legge nello studio. 

I ricercatori sperano che, una volta che i dati saranno validati da esperti esterni, sarà possibile incorporare questi e altri fattori di rischio in una strategia preventiva contro le demenze.


Non solo gli anziani, ma anche i "più giovani", coloro che hanno meno di 65 anni, stanno sperimentando un aumento dei casi di demenza. In realtà, il declino cognitivo può iniziare già attorno ai 30 anni, senza mostrare segni apparenti.

Uno studio recente pubblicato su Jama Neurology rivela che la demenza ad esordio giovanile è legata a quattro specifici fattori di rischio, aprendo la possibilità di interventi preventivi. La ricerca, guidata da Stevie Hendriks della Maastricht University nei Paesi Bassi, ha analizzato i dati di oltre 360.000 individui della UK Biobank seguiti per otto anni. Durante il periodo di osservazione, si sono verificati circa 17 casi di demenza ad esordio precoce ogni 100.000 persone all'anno. La maggioranza dei "giovani" colpiti aveva tra i 40 e i 50 anni. 

Tuttavia, i quattro fattori di rischio, potenzialmente modificabili, associati all'insorgere della demenza prima dei 65 anni, includono bassi livelli di vitamina D, ipotensione ortostatica (una rapida diminuzione della pressione sanguigna al cambiare di posizione), un aumento della proteina C reattiva nel sangue (indicatore di infiammazione) e l'isolamento sociale

"Abbiamo osservato in particolare che livelli inferiori alla norma di vitamina D, che ha un effetto neuroprotettivo, e, al contrario, livelli alti di proteina C reattiva, sembrano predire le probabilità di demenza giovanile", si legge nello studio. 

I ricercatori sperano che, una volta che i dati saranno validati da esperti esterni, sarà possibile incorporare questi e altri fattori di rischio in una strategia preventiva contro le demenze.

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