Salute e benessere

Caldo estivo e siesta: un mix benefico per il cervello, confermano studi scientifici

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17 Ottobre 2024

"Caldo estivo: una buona ragione per concedersi una siesta", afferma la Società italiana di neurologia (Sin) mentre diffonde i risultati di importanti studi scientifici sulla benefica pratica del riposo pomeridiano.

Un recente studio della Northwestern University pubblicato su Current Biology suggerisce che con temperature superiori a 25 gradi, il desiderio di fare una siesta aumenta. Sembra che esista un termometro cerebrale che regola il nostro metabolismo in base alle temperature esterne. "Col riscaldamento globale, queste temperature sono state ormai abbondantemente superate", sottolinea Alfredo Berardelli, presidente della Società italiana di neurologia.

Ulteriori ricerche condotte dalle Università di Montevideo e Londra, in collaborazione con il Center for Genomic Medicine di Boston e il Broad Institute di Cambridge, hanno rivelato una predisposizione genetica alla siesta, associata a un maggiore sviluppo cerebrale e a un ridotto rischio di malattia di Alzheimer.

"I benefici cerebrali della siesta si evidenziano con un riposo di 5-15 minuti e possono protrarsi fino a 1 o 3 ore dopo il sonnellino pomeridiano. Se la siesta supera mezz'ora, invece, si osserva un transitorio deterioramento delle performance cognitive", spiega Berardelli.

Lo studio ha coinvolto circa 500mila soggetti di età compresa tra 40 e 69 anni ed è stato condotto attraverso studi Gwas, che valutano le variazioni genetiche tra gli individui e le correlano a specifiche caratteristiche. "I partecipanti sono stati sottoposti a imaging cerebrale", sottolinea Giuseppe Plazzi, responsabile dei Laboratori per lo studio e la cura dei disturbi del sonno dell'Irccs Istituto delle scienze neurologiche di Bologna. È emerso che la predisposizione genetica alla siesta era associata a un maggiore volume cerebrale di 15,80 cm3, suggerendo che sonnellini regolari possono fornire una certa protezione contro la neurodegenerazione, compensando la mancanza di sonno notturno.


"Caldo estivo: una buona ragione per concedersi una siesta", afferma la Società italiana di neurologia (Sin) mentre diffonde i risultati di importanti studi scientifici sulla benefica pratica del riposo pomeridiano.

Un recente studio della Northwestern University pubblicato su Current Biology suggerisce che con temperature superiori a 25 gradi, il desiderio di fare una siesta aumenta. Sembra che esista un termometro cerebrale che regola il nostro metabolismo in base alle temperature esterne. "Col riscaldamento globale, queste temperature sono state ormai abbondantemente superate", sottolinea Alfredo Berardelli, presidente della Società italiana di neurologia.

Ulteriori ricerche condotte dalle Università di Montevideo e Londra, in collaborazione con il Center for Genomic Medicine di Boston e il Broad Institute di Cambridge, hanno rivelato una predisposizione genetica alla siesta, associata a un maggiore sviluppo cerebrale e a un ridotto rischio di malattia di Alzheimer.

"I benefici cerebrali della siesta si evidenziano con un riposo di 5-15 minuti e possono protrarsi fino a 1 o 3 ore dopo il sonnellino pomeridiano. Se la siesta supera mezz'ora, invece, si osserva un transitorio deterioramento delle performance cognitive", spiega Berardelli.

Lo studio ha coinvolto circa 500mila soggetti di età compresa tra 40 e 69 anni ed è stato condotto attraverso studi Gwas, che valutano le variazioni genetiche tra gli individui e le correlano a specifiche caratteristiche. "I partecipanti sono stati sottoposti a imaging cerebrale", sottolinea Giuseppe Plazzi, responsabile dei Laboratori per lo studio e la cura dei disturbi del sonno dell'Irccs Istituto delle scienze neurologiche di Bologna. È emerso che la predisposizione genetica alla siesta era associata a un maggiore volume cerebrale di 15,80 cm3, suggerendo che sonnellini regolari possono fornire una certa protezione contro la neurodegenerazione, compensando la mancanza di sonno notturno.

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