Si calcola che in
Lombardia vi siano circa
450mila caregiver familiari; quasi mezzo milione di persone impegnate stabilmente nell’attività di cura rivolta ad un membro della propria famiglia, nell’80% dei casi un
anziano non autosufficiente. Si tratta di una figura ancora priva di un riconoscimento giuridico a livello nazionale, e che spesso non sa come accedere ai servizi disponibili per ottenere le informazioni e il supporto necessari.
Allo stato attuale delle cose, la famiglia rappresenta ancora la prima e principale risposta alla domanda di cura e assistenza per i giovani e gli adulti con disabilità e per gli anziani non autosufficienti. Una domanda che continua ad intensificarsi a causa del progressivo invecchiamento demografico, ma a cui non sempre è possibile fare fronte nel modo adeguato, in un contesto in cui le famiglie sono sempre meno numerose e i legami tra le generazioni sono sempre più labili.
Nell’ambito del recente progetto di ricerca sull’attività di cura Time to Care - finanziato da Fondazione Cariplo con la collaborazione di Acli Lombardia e dell’Università di Pavia - l’Associazione per la Ricerca Sociale (ARS) ha condotto una indagine su un campione di mille famiglie lombarde con un anziano non autosufficiente a carico. La ricerca ha permesso di osservare che le famiglie lombarde conoscono e utilizzano poco il servizio pubblico e che questo venga percepito come eccessivamente costoso (24% del campione) o di difficile accesso per via della burocrazia (28%).
Dalla ricerca emerge poi che le famiglie con anziani non autosufficienti vivono le attività di cura e di assistenza in una condizione di sostanziale isolamento. E’ stato inoltre possibile tracciare un profilo del caregiver tipo: si tratta per lo più di una donna, attorno ai 60 anni, spesso ancora impegnata in una attività lavorativa e con figli a carico. Una condizione quindi che costringe il caregiver a dividersi tra il lavoro, i carichi familiari e il lavoro di cura dell’anziano genitore.
Occorre per i caregiver una rete di servizi più organica e meno frammentata rispetto a quella attuale, una rete che si rivolga alle famiglie e non le faccia sentire abbandonate nella propria condizione di fragilità. Sono queste le ragioni che hanno portato numerosi soggetti del terzo settore a lanciare una raccolta firme per proporre una legge regionale di iniziativa popolare. L’obiettivo è quello di raccogliere, entro la fine di marzo 2020, 5mila firme da presentare alla Regione Lombardia per avviare l’iter legislativo.
Promotori dell’iniziativa sono le Acli lombarde, Anci Lombardia e altre importanti sigle del Terzo settore come Arci, Auser, Uneba e Forum del Terzo Settore. Al centro della proposta di legge il riconoscimento della figura del caregiver, la realizzazione di iniziative per sensibilizzare e informare i cittadini sul tema della cura familiare, la creazione di una rete integrata di politiche, prestazioni e servizi in grado di favorire la presa in carico delle famiglie da parte del servizio pubblico.
La proposta di legge ha tre principali obiettivi:
• Il contrasto all’isolamento delle famiglie, favorendone la presa in carico da parte del servizio pubblico e accompagnandole nella scelta di percorsi di cura adeguati e sostenibili
• La valorizzazione dei servizi già esistenti, ma che attualmente sono parte di un sistema di prestazioni complesso e di difficile accesso.
• La promozione di azioni formative e informative sul tema dell’assistenza familiare, anche in previsione dell’inevitabile aumento dei bisogni di cure dei prossimi anni.
La proposta di legge prevede inoltre una serie di
interventi concreti a sostegno dei caregiver: come la creazione dei
Punti di incontro caregiver, che opereranno in stretto collegamento con i servizi sociali e socio-sanitari del territorio; il
potenziamento dei ricoveri di sollievo presso le strutture residenziali; l’implementazione di
piani formativi per gli operatori e di
campagne informative per i cittadini.
La legge di iniziativa popolare include infine l’istituzione di un Fondo Regionale dedicato, con una dotazione ipotizzata in 500mila euro all’anno, per finanziare la realizzazione dei Punti di incontro caregiver presso i servizi sociali dei Comuni lombardi e per mettere a punto azioni di sensibilizzazione, formazione e coordinamento tra i diversi servizi. Non meno importante è la richiesta di istituire un Caregiver Day regionale.
Per diffondere la conoscenza della proposta di legge è stata inoltre lanciata la campagna social #iosonocaregiver ed è possibile consultare tutte le informazioni relative al progetto, e alle modalità per sostenerlo con la propria firma, nel sito web dedicato www.iosonocaregiver.it.