Salute e benessere

Covid grave potrebbe aumentare rischio di Parkinson negli anziani con comorbilità

alt_text
21 Ottobre 2024

Gli anziani che hanno contratto il Covid in forma grave e presentano comorbilità sono maggiormente a rischio di sviluppare il Parkinson, secondo uno studio condotto dal dipartimento di Neuroscienze dell'Università di Padova sotto la guida del professor Raffaele De Caro e pubblicato sulla rinomata rivista scientifica Nature Parkinson's Disease. Il quotidiano Il Mattino di Padova ha riportato la notizia.

Gli esperti hanno esaminato 24 pazienti Covid e 18 pazienti di controllo deceduti a causa di polmonite o insufficienza respiratoria, valutando le alterazioni neuropatologiche nel tronco encefalico. L'infiammazione del sistema nervoso è stata riscontrata in entrambi i gruppi, tuttavia nei pazienti Covid è risultata molto più grave e concentrata in alcune regioni del tronco encefalico, che sono coinvolte nelle funzioni respiratorie.

Secondo Aron Emmi, professore di Anatomia umana e ricercatore all’Istituto di Anatomia umana, il primo firmatario della ricerca, "la cosa interessante, che non ci aspettavamo, è stata trovare il virus nella sostanza nera, principale struttura coinvolta nella malattia di Parkinson". ha spiegato.

La ricerca sino ad ora ha interessato esclusivamente individui di età avanzata affetti da importanti comorbidità, pertanto particolarmente vulnerabili, ma "ha dimostrato che comunque, in alcuni casi, il virus può entrare nel sistema nervoso centrale e infettare i neuroni, aumentando il rischio di sviluppare una futura malattia neurodegenerativa”, ha proseguito Emmi, aggiungendo che nei prossimi passi dello studio il team vuole “capire se queste manifestazioni siano limitate alla popolazione vulnerabile e quali siano le implicazioni sugli altri".


Gli anziani che hanno contratto il Covid in forma grave e presentano comorbilità sono maggiormente a rischio di sviluppare il Parkinson, secondo uno studio condotto dal dipartimento di Neuroscienze dell'Università di Padova sotto la guida del professor Raffaele De Caro e pubblicato sulla rinomata rivista scientifica Nature Parkinson's Disease. Il quotidiano Il Mattino di Padova ha riportato la notizia.

Gli esperti hanno esaminato 24 pazienti Covid e 18 pazienti di controllo deceduti a causa di polmonite o insufficienza respiratoria, valutando le alterazioni neuropatologiche nel tronco encefalico. L'infiammazione del sistema nervoso è stata riscontrata in entrambi i gruppi, tuttavia nei pazienti Covid è risultata molto più grave e concentrata in alcune regioni del tronco encefalico, che sono coinvolte nelle funzioni respiratorie.

Secondo Aron Emmi, professore di Anatomia umana e ricercatore all’Istituto di Anatomia umana, il primo firmatario della ricerca, "la cosa interessante, che non ci aspettavamo, è stata trovare il virus nella sostanza nera, principale struttura coinvolta nella malattia di Parkinson". ha spiegato.

La ricerca sino ad ora ha interessato esclusivamente individui di età avanzata affetti da importanti comorbidità, pertanto particolarmente vulnerabili, ma "ha dimostrato che comunque, in alcuni casi, il virus può entrare nel sistema nervoso centrale e infettare i neuroni, aumentando il rischio di sviluppare una futura malattia neurodegenerativa”, ha proseguito Emmi, aggiungendo che nei prossimi passi dello studio il team vuole “capire se queste manifestazioni siano limitate alla popolazione vulnerabile e quali siano le implicazioni sugli altri".