Costume e Società

In Italia sono 7 milioni le persone che si prendono cura dei propri familiari non-autosufficienti

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21 Ottobre 2024

Con il cambiamento strutturale che stanno attraversando le famiglie italiane, che sperimentano una bassa propensione alla paternità e una maggiore presenza di anziani, la famiglia diventa sempre più una rete centrale e spesso l'unico luogo di assistenza per anziani non-autosufficienti.

È quanto sottolinea il Rapporto Annuale 2022 dell'Istat, che offre uno sguardo ampio sulle dinamiche familiari nel Paese. Nel 2019 più della metà degli anziani, ovvero circa 7 milioni o il 52,1%, erano autosufficienti nelle attività quotidiane di cura personale e della vita domestica. Due su tre avevano un'età compresa tra i 65 ei 74 anni e il 54% era di sesso maschile. Più di 1,6 milioni vivevano da soli, mentre 5,3 milioni vivevano con le loro famiglie.

Allo stesso tempo, sono circa 7 milioni le persone che si prendono cura, almeno una volta alla settimana, dei propri familiari malati cronici o con problemi di salute derivanti dall'invecchiamento. Quasi 1 milione di persone si dedicano invece alla cura di persone al di fuori del proprio nucleo familiare.

Gli anziani stessi svolgono spesso un ruolo fondamentale e attivo nell'assistere le proprie famiglie: il 16,2% di chi ha tra i 65-74 anni e il 10% di chi ha più di 75 anni svolge a sua volta il ruolo di caregiver. Non è raro che il sostegno dei caregiver anziani (11% degli anziani, pari a 1,5 milioni) sia diretto a un familiare a carico, sia in casa (900mila) che fuori (600mila).

In questo modo la figura del caregiver assume un ruolo di primo piano spesso sconosciuto alle stesse istituzioni. Nell'ottobre di quest'anno l'Italia è stata condannata dal Comitato delle Nazioni Unite per i Diritti delle Persone con Disabilità per la mancanza di tutela giuridica per i caregiver, in palese violazione degli obblighi internazionali assunti con la ratifica della Convenzione ONU sui diritti delle persone con disabilità avvenuta nel 2006.

Nell'occasione, il Comitato ha ribadito i diritti dei caregiver familiari, in quanto fondamentali per la tutela delle persone con disabilità, e che sono, a loro volta, persone meritevoli di protezione. L'Italia è stata condannata a rispondere entro un termine di 180 giorni, indicando misure correttive e indennitarie a favore della famiglia. Con una popolazione che invecchia ogni anno che passa, la domanda di assistenza è in costante crescita, ma le risorse finanziarie sono, a loro volta, scarse.


Con il cambiamento strutturale che stanno attraversando le famiglie italiane, che sperimentano una bassa propensione alla paternità e una maggiore presenza di anziani, la famiglia diventa sempre più una rete centrale e spesso l'unico luogo di assistenza per anziani non-autosufficienti.

È quanto sottolinea il Rapporto Annuale 2022 dell'Istat, che offre uno sguardo ampio sulle dinamiche familiari nel Paese. Nel 2019 più della metà degli anziani, ovvero circa 7 milioni o il 52,1%, erano autosufficienti nelle attività quotidiane di cura personale e della vita domestica. Due su tre avevano un'età compresa tra i 65 ei 74 anni e il 54% era di sesso maschile. Più di 1,6 milioni vivevano da soli, mentre 5,3 milioni vivevano con le loro famiglie.

Allo stesso tempo, sono circa 7 milioni le persone che si prendono cura, almeno una volta alla settimana, dei propri familiari malati cronici o con problemi di salute derivanti dall'invecchiamento. Quasi 1 milione di persone si dedicano invece alla cura di persone al di fuori del proprio nucleo familiare.

Gli anziani stessi svolgono spesso un ruolo fondamentale e attivo nell'assistere le proprie famiglie: il 16,2% di chi ha tra i 65-74 anni e il 10% di chi ha più di 75 anni svolge a sua volta il ruolo di caregiver. Non è raro che il sostegno dei caregiver anziani (11% degli anziani, pari a 1,5 milioni) sia diretto a un familiare a carico, sia in casa (900mila) che fuori (600mila).

In questo modo la figura del caregiver assume un ruolo di primo piano spesso sconosciuto alle stesse istituzioni. Nell'ottobre di quest'anno l'Italia è stata condannata dal Comitato delle Nazioni Unite per i Diritti delle Persone con Disabilità per la mancanza di tutela giuridica per i caregiver, in palese violazione degli obblighi internazionali assunti con la ratifica della Convenzione ONU sui diritti delle persone con disabilità avvenuta nel 2006.

Nell'occasione, il Comitato ha ribadito i diritti dei caregiver familiari, in quanto fondamentali per la tutela delle persone con disabilità, e che sono, a loro volta, persone meritevoli di protezione. L'Italia è stata condannata a rispondere entro un termine di 180 giorni, indicando misure correttive e indennitarie a favore della famiglia. Con una popolazione che invecchia ogni anno che passa, la domanda di assistenza è in costante crescita, ma le risorse finanziarie sono, a loro volta, scarse.

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