Salute e benessere

La sedentarietà può aumentare il rischio di demenza negli anziani: la conferma da un studio

alt_text
22 Ottobre 2024

Che si tratti di una scelta obbligata o del modo abituale di trascorrere le ore di relax, poco importa: la sedentarietà è dannosa anche per il cervello. Secondo uno studio dell'Università della California meridionale di Los Angeles, appena pubblicato sulla rivista medica JAMA, gli adulti con più di 60 anni che trascorrono troppo tempo seduti potrebbero correre un rischio aumentato di sviluppare una forma di demenza.

Ma cosa si intende per 'troppo'? Lo studio fa riferimento a 10 ore o più trascorse seduti su una sedia o un divano. Potrebbe sembrare un'esagerazione, ma per motivi di studio o lavoro, spesso passiamo 8 ore seduti, e se a queste si aggiungono altre attività sedentarie come la guida, i pasti o guardare una serie, il tempo si accumula velocemente. In media, un americano trascorre 9,5 ore al giorno seduto.

Ma il numero totale di ore sedentarie è ciò che conta. Non importa se si trascorrono lunghe ore seduti o se si intervallano le pause. È il totale delle ore sedentarie che è associato a un aumento del rischio di demenza, indipendentemente dal modo in cui vengono accumulate.
David Raichlen, uno degli autori dello studio, afferma: “molti di noi avranno sentito il consiglio comune di interrompere i lunghi periodi seduti alzandosi ogni mezz'ora e rimanendo in piedi o facendo una passeggiata. Abbiamo scoperto che, una volta considerato il tempo totale di sedentarietà, la lunghezza dei singoli periodi seduti non ha molta importanza per quanto riguarda il rischio di demenza. Tuttavia, potrebbe fare una grande differenza per altri aspetti della salute”. 

Il team di ricerca ha analizzato un campione di circa 50.000 volontari di oltre 60 anni seguiti nel database medico UK Biobank. Questi partecipanti hanno indossato un accelerometro da polso per 7 giorni consecutivi, 24 ore su 24, e non avevano ancora ricevuto una diagnosi di demenza. Durante i sei anni di follow-up dello studio, sono state effettuate 414 diagnosi di demenza.

Dopo aver considerato vari fattori demografici e di stile di vita, gli autori dello studio hanno confermato che un'elevata sedentarietà aumenta il rischio di demenza. “Abbiamo scoperto con sorpresa che il rischio di demenza inizia a crescere rapidamente dopo le 10 ore al giorno passate seduti, indipendentemente dal modo in cui si accumula questo tempo sedentario”, afferma Gene Alexander, psicologo e psichiatra dell'Università dell'Arizona, anch'egli autore dello studio. “Tuttavia, livelli inferiori, fino a circa 10 ore, non sono associati a un rischio più elevato”. 

Raichlen aggiunge: “Ciò dovrebbe rassicurare in parte coloro che hanno lavori d'ufficio che comportano lunghi periodi seduti, purché limitino il tempo totale trascorso seduti nel resto della giornata. Alcuni comportamenti sedentari, come sedersi a guardare la TV alla fine della giornata, potrebbero rappresentare la classica goccia che fa traboccare il vaso”. 

La buona notizia è che possiamo fare qualcosa per contrastare l'insorgere della demenza. Una ricerca pubblicata su Neuron dimostra che un ormone rilasciato durante l'esercizio fisico, l'irisina, può aiutare a ridurre le placche di proteina beta-amiloide associate all'Alzheimer. L'irisina facilita il rilascio di un enzima da parte delle cellule cerebrali, che degrada la proteina beta-amiloide. Gli scienziati del Massachusetts General Hospital hanno dimostrato l'effetto positivo diretto dell'irisina su un modello 3D di cellule cerebrali affette da Alzheimer.


Che si tratti di una scelta obbligata o del modo abituale di trascorrere le ore di relax, poco importa: la sedentarietà è dannosa anche per il cervello. Secondo uno studio dell'Università della California meridionale di Los Angeles, appena pubblicato sulla rivista medica JAMA, gli adulti con più di 60 anni che trascorrono troppo tempo seduti potrebbero correre un rischio aumentato di sviluppare una forma di demenza.

Ma cosa si intende per 'troppo'? Lo studio fa riferimento a 10 ore o più trascorse seduti su una sedia o un divano. Potrebbe sembrare un'esagerazione, ma per motivi di studio o lavoro, spesso passiamo 8 ore seduti, e se a queste si aggiungono altre attività sedentarie come la guida, i pasti o guardare una serie, il tempo si accumula velocemente. In media, un americano trascorre 9,5 ore al giorno seduto.

Ma il numero totale di ore sedentarie è ciò che conta. Non importa se si trascorrono lunghe ore seduti o se si intervallano le pause. È il totale delle ore sedentarie che è associato a un aumento del rischio di demenza, indipendentemente dal modo in cui vengono accumulate.
David Raichlen, uno degli autori dello studio, afferma: “molti di noi avranno sentito il consiglio comune di interrompere i lunghi periodi seduti alzandosi ogni mezz'ora e rimanendo in piedi o facendo una passeggiata. Abbiamo scoperto che, una volta considerato il tempo totale di sedentarietà, la lunghezza dei singoli periodi seduti non ha molta importanza per quanto riguarda il rischio di demenza. Tuttavia, potrebbe fare una grande differenza per altri aspetti della salute”. 

Il team di ricerca ha analizzato un campione di circa 50.000 volontari di oltre 60 anni seguiti nel database medico UK Biobank. Questi partecipanti hanno indossato un accelerometro da polso per 7 giorni consecutivi, 24 ore su 24, e non avevano ancora ricevuto una diagnosi di demenza. Durante i sei anni di follow-up dello studio, sono state effettuate 414 diagnosi di demenza.

Dopo aver considerato vari fattori demografici e di stile di vita, gli autori dello studio hanno confermato che un'elevata sedentarietà aumenta il rischio di demenza. “Abbiamo scoperto con sorpresa che il rischio di demenza inizia a crescere rapidamente dopo le 10 ore al giorno passate seduti, indipendentemente dal modo in cui si accumula questo tempo sedentario”, afferma Gene Alexander, psicologo e psichiatra dell'Università dell'Arizona, anch'egli autore dello studio. “Tuttavia, livelli inferiori, fino a circa 10 ore, non sono associati a un rischio più elevato”. 

Raichlen aggiunge: “Ciò dovrebbe rassicurare in parte coloro che hanno lavori d'ufficio che comportano lunghi periodi seduti, purché limitino il tempo totale trascorso seduti nel resto della giornata. Alcuni comportamenti sedentari, come sedersi a guardare la TV alla fine della giornata, potrebbero rappresentare la classica goccia che fa traboccare il vaso”. 

La buona notizia è che possiamo fare qualcosa per contrastare l'insorgere della demenza. Una ricerca pubblicata su Neuron dimostra che un ormone rilasciato durante l'esercizio fisico, l'irisina, può aiutare a ridurre le placche di proteina beta-amiloide associate all'Alzheimer. L'irisina facilita il rilascio di un enzima da parte delle cellule cerebrali, che degrada la proteina beta-amiloide. Gli scienziati del Massachusetts General Hospital hanno dimostrato l'effetto positivo diretto dell'irisina su un modello 3D di cellule cerebrali affette da Alzheimer.

Case di riposo, rsa e case famiglia