Salute e benessere

Modello Alteya: un progetto per la riabilitazione cognitiva nelle Rsa

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29 Ottobre 2024

Con il passare degli anni, attraverso l’importante evoluzione che ha caratterizzato il mondo dell’assistenza in Italia, le Residenze Sanitarie Assistenziali hanno in parte implementato e migliorato i propri servizi, al fine di erogare sempre più efficienti risorse e soluzioni. Le Rsa, infatti, costituiscono nel panorama sociale e politico un importante supporto per le tante famiglie con a carico anziani affetti da deficit cognitivi, i quali necessitano quotidianamente di interventi mirati a limitare e contenere l’avanzamento della malattia.
Mediante nuovi studi e ricerche all’avanguardia sono state nel tempo indicate possibili modalità di intervento, per incoraggiare la riabilitazione fisica e cognitiva dei pazienti con malattie neurodegenerative: con il supporto di uno staff medico competente, infatti, è possibile migliorare qualitativamente la vita dei diversi malati, riducendo lo stress del personale e controllando il percorso terapeutico con azioni mirate, strutturate e stimolanti

Come riportato in un recente articolo della rivista State of Mind, uno dei più recenti progetti presentati per favorire la riabilitazione cognitiva nelle Rsa proviene dalla Cooperativa Sociale Alteya, che gestisce i servizi residenziali ed assistenziali della Residenza “Villa Albani” a Roma: la struttura pubblica, appartenente alla Asl Roma6 e i cui costi sono a carico del Sistema Sanitario Nazionale, ospita numerosi pazienti che presentano deficit cognitivi secondari a svariate patologie, che non potendo essere gestiti dalle proprie famiglie, richiedono una costante assistenza medica non più di tipo domiciliare. Nella Rsa Villa Albani, per poter garantire cure adatte e adeguate, è stato proposto il Modello Alteya: valorizzando il ruolo della riabilitazione cognitiva e considerando l’inattività come la causa principale della perdita delle funzioni, questo nuovo metodo ha come scopo ultimo il miglioramento dei sintomi comportamentali e cognitivi dei pazienti, incoraggiando attraverso attività certificate e personalizzate un cambiamento positivo dello stile e della qualità della vita.

Oltre a garantire un’assistenza individualizzata con aiuti medici, infermieristici e riabilitativi, la Rsa offre ai suoi ospiti laboratori ricreativi sul territorio, come quello di agricoltura biologica, di nuoto presso la piscina comunale o di cucina in alcuni ristoranti locali: attraverso queste attività vengono migliorate le interazioni sociali e l’autostima, le quali risultano essere fondamentali per accrescere le capacità di relazione e di socializzazione. Gli operatori, grazie ad incontri tecnico-formativi, vengono costantemente aggiornati circa le nuove evidenze scientifiche: mediante i progressi che la scienza e la medicina apportano nel quotidiano, il personale medico riesce ad assicurare gli strumenti necessari per poter rispondere efficacemente ai bisogni dei diversi utenti, i quali, seppur accumunati dalla malattia, necessitano di specifiche esigenze ed attenzioni. L'efficacia del metodo viene costantemente monitorata con esperimenti e somministrazione di test capaci di misurare i progressi dei pazienti. Le Residenze assistenziali, grazie al carattere innovativo che hanno acquisito, rappresentano delle soluzioni opportune per la gestione di malattie cognitive, che se non trattate tenendo conto anche dell’aspetto motivazionale ed emotivo, potrebbero talvolta condurre a situazioni difficilmente correggibili.
La riabilitazione cognitiva, con lo sfruttamento delle abilità residue, permette di apprendere nuove strategie per migliorare la vita dei più fragili: l’obiettivo di quest’ultima consiste infatti nel potenziare il benessere dei malati, accrescendo il loro livello di comprensione e permettendo a ciascun soggetto di vivere una quotidianità serena e sicura.


Con il passare degli anni, attraverso l’importante evoluzione che ha caratterizzato il mondo dell’assistenza in Italia, le Residenze Sanitarie Assistenziali hanno in parte implementato e migliorato i propri servizi, al fine di erogare sempre più efficienti risorse e soluzioni. Le Rsa, infatti, costituiscono nel panorama sociale e politico un importante supporto per le tante famiglie con a carico anziani affetti da deficit cognitivi, i quali necessitano quotidianamente di interventi mirati a limitare e contenere l’avanzamento della malattia.
Mediante nuovi studi e ricerche all’avanguardia sono state nel tempo indicate possibili modalità di intervento, per incoraggiare la riabilitazione fisica e cognitiva dei pazienti con malattie neurodegenerative: con il supporto di uno staff medico competente, infatti, è possibile migliorare qualitativamente la vita dei diversi malati, riducendo lo stress del personale e controllando il percorso terapeutico con azioni mirate, strutturate e stimolanti

Come riportato in un recente articolo della rivista State of Mind, uno dei più recenti progetti presentati per favorire la riabilitazione cognitiva nelle Rsa proviene dalla Cooperativa Sociale Alteya, che gestisce i servizi residenziali ed assistenziali della Residenza “Villa Albani” a Roma: la struttura pubblica, appartenente alla Asl Roma6 e i cui costi sono a carico del Sistema Sanitario Nazionale, ospita numerosi pazienti che presentano deficit cognitivi secondari a svariate patologie, che non potendo essere gestiti dalle proprie famiglie, richiedono una costante assistenza medica non più di tipo domiciliare. Nella Rsa Villa Albani, per poter garantire cure adatte e adeguate, è stato proposto il Modello Alteya: valorizzando il ruolo della riabilitazione cognitiva e considerando l’inattività come la causa principale della perdita delle funzioni, questo nuovo metodo ha come scopo ultimo il miglioramento dei sintomi comportamentali e cognitivi dei pazienti, incoraggiando attraverso attività certificate e personalizzate un cambiamento positivo dello stile e della qualità della vita.

Oltre a garantire un’assistenza individualizzata con aiuti medici, infermieristici e riabilitativi, la Rsa offre ai suoi ospiti laboratori ricreativi sul territorio, come quello di agricoltura biologica, di nuoto presso la piscina comunale o di cucina in alcuni ristoranti locali: attraverso queste attività vengono migliorate le interazioni sociali e l’autostima, le quali risultano essere fondamentali per accrescere le capacità di relazione e di socializzazione. Gli operatori, grazie ad incontri tecnico-formativi, vengono costantemente aggiornati circa le nuove evidenze scientifiche: mediante i progressi che la scienza e la medicina apportano nel quotidiano, il personale medico riesce ad assicurare gli strumenti necessari per poter rispondere efficacemente ai bisogni dei diversi utenti, i quali, seppur accumunati dalla malattia, necessitano di specifiche esigenze ed attenzioni. L'efficacia del metodo viene costantemente monitorata con esperimenti e somministrazione di test capaci di misurare i progressi dei pazienti. Le Residenze assistenziali, grazie al carattere innovativo che hanno acquisito, rappresentano delle soluzioni opportune per la gestione di malattie cognitive, che se non trattate tenendo conto anche dell’aspetto motivazionale ed emotivo, potrebbero talvolta condurre a situazioni difficilmente correggibili.
La riabilitazione cognitiva, con lo sfruttamento delle abilità residue, permette di apprendere nuove strategie per migliorare la vita dei più fragili: l’obiettivo di quest’ultima consiste infatti nel potenziare il benessere dei malati, accrescendo il loro livello di comprensione e permettendo a ciascun soggetto di vivere una quotidianità serena e sicura.