Costume e Società

Nel Decreto Anziani, l'incognita del cohousing: linee guida ancora da definire

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22 Ottobre 2024

Le nuove forme di domiciliarità e di coabitazione solidale sono al centro dello schema di decreto legislativo riguardante le politiche a favore delle persone anziane, approvato nelle scorse settimane dal Consiglio dei ministri in attuazione della Legge delega 33/23 per la riforma dell’assistenza. Tale decreto è attualmente oggetto di vivace discussione, soprattutto per il rischio - evidenziato da diverse parti - di vanificare la tanto attesa riforma della non autosufficienza, contrariamente all'obiettivo iniziale di una riforma completa del settore. 

Tra i provvedimenti rinviati figura quello relativo alla coabitazione solidale, suddivisa in senior cohousing e cohousing intergenerazionale, che prevede la convivenza tra anziani e giovani in situazioni di svantaggio. Secondo il decreto, il tema del cohousing dovrà essere affrontato e regolamentato mediante l'elaborazione, nei prossimi mesi, di linee guida mirate a definire i contenuti essenziali di un modello da realizzare prioritariamente attraverso meccanismi di rigenerazione urbana e di riuso del patrimonio immobiliare esistente.

Il Consiglio Nazionale del Notariato ha mostrato particolare interesse per i 4 articoli dedicati al cohousing per le persone anziane, evidenziati durante il Congresso Nazionale dello scorso ottobre, durante il quale era stata avviata una riflessione sul ruolo del Notariato nella tutela del patrimonio abitativo delle persone fragili. Durante l’audizione svolta il 14 febbraio presso la X Commissione Affari sociali del Senato, il Consiglio ha sollevato la questione dell’housing sociale

Secondo i rappresentanti del Consiglio, su un totale di 8,36 milioni di persone che vivono sole in Italia, 4,12 milioni hanno 65 anni o più e di queste ben l’88,6% è proprietaria della casa in cui abita. Inoltre, la quota di individui di 65 anni o più passerà dal 23,5% del 2021 al 34,9% dell’anno 2050. Nel 2041, il numero di persone sole over 65 raggiungerà il 60% del totale delle persone sole, per un totale di 6,1 milioni di anziani (incremento del 44%). Considerando queste cifre, si rende evidente l'importanza di adottare nuovi modelli abitativi che rispondano alle esigenze della popolazione anziana, oltre alle tradizionali case di riposo.

Sono molti, quindi, gli aspetti positivi del senior cohousing secondo il Consiglio Nazionale del Notariato, tra cui la possibilità di vivere insieme mantenendo la propria autonomia. Ma ci sono anche vantaggi meno evidenti come la rigenerazione urbana perseguita attraverso la riqualificazione ecosostenibile e il riuso del patrimonio degli immobili residenziali, così come il miglioramento della qualità della vita degli anziani attraverso un abbattimento del 30% dei costi, una maggiore sicurezza personale, una migliore assistenza alla persona e un incremento della socialità. Infine, con la condivisione delle abitazioni ristrutturate, si creerebbe una disponibilità di alloggi per rispondere a una nuova domanda sociale.


Le nuove forme di domiciliarità e di coabitazione solidale sono al centro dello schema di decreto legislativo riguardante le politiche a favore delle persone anziane, approvato nelle scorse settimane dal Consiglio dei ministri in attuazione della Legge delega 33/23 per la riforma dell’assistenza. Tale decreto è attualmente oggetto di vivace discussione, soprattutto per il rischio - evidenziato da diverse parti - di vanificare la tanto attesa riforma della non autosufficienza, contrariamente all'obiettivo iniziale di una riforma completa del settore. 

Tra i provvedimenti rinviati figura quello relativo alla coabitazione solidale, suddivisa in senior cohousing e cohousing intergenerazionale, che prevede la convivenza tra anziani e giovani in situazioni di svantaggio. Secondo il decreto, il tema del cohousing dovrà essere affrontato e regolamentato mediante l'elaborazione, nei prossimi mesi, di linee guida mirate a definire i contenuti essenziali di un modello da realizzare prioritariamente attraverso meccanismi di rigenerazione urbana e di riuso del patrimonio immobiliare esistente.

Il Consiglio Nazionale del Notariato ha mostrato particolare interesse per i 4 articoli dedicati al cohousing per le persone anziane, evidenziati durante il Congresso Nazionale dello scorso ottobre, durante il quale era stata avviata una riflessione sul ruolo del Notariato nella tutela del patrimonio abitativo delle persone fragili. Durante l’audizione svolta il 14 febbraio presso la X Commissione Affari sociali del Senato, il Consiglio ha sollevato la questione dell’housing sociale

Secondo i rappresentanti del Consiglio, su un totale di 8,36 milioni di persone che vivono sole in Italia, 4,12 milioni hanno 65 anni o più e di queste ben l’88,6% è proprietaria della casa in cui abita. Inoltre, la quota di individui di 65 anni o più passerà dal 23,5% del 2021 al 34,9% dell’anno 2050. Nel 2041, il numero di persone sole over 65 raggiungerà il 60% del totale delle persone sole, per un totale di 6,1 milioni di anziani (incremento del 44%). Considerando queste cifre, si rende evidente l'importanza di adottare nuovi modelli abitativi che rispondano alle esigenze della popolazione anziana, oltre alle tradizionali case di riposo.

Sono molti, quindi, gli aspetti positivi del senior cohousing secondo il Consiglio Nazionale del Notariato, tra cui la possibilità di vivere insieme mantenendo la propria autonomia. Ma ci sono anche vantaggi meno evidenti come la rigenerazione urbana perseguita attraverso la riqualificazione ecosostenibile e il riuso del patrimonio degli immobili residenziali, così come il miglioramento della qualità della vita degli anziani attraverso un abbattimento del 30% dei costi, una maggiore sicurezza personale, una migliore assistenza alla persona e un incremento della socialità. Infine, con la condivisione delle abitazioni ristrutturate, si creerebbe una disponibilità di alloggi per rispondere a una nuova domanda sociale.

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