articolo della Dott.ssa Notarnicola (CERGAS) e del Dott. Giovanni Fosti (CERGAS) pubblicato sulla rivista ‘I Luoghi della Cura’ evidenzia che gli anziani non autosufficienti e i loro familiari non hanno solo la necessita di una risposta urgente ai propri bisogni di cura e assistenza, ma necessitano anche di servizi in grado di fornire informazioni chiare, orientamento nella scelta delle strutture e supporto nella gestione organizzativa ed emotiva della nuova condizione in cui vengono a trovarsi.
Tuttavia, proseguono Notarnicola e Fosti, un esame più approfondito delle attuali dinamiche sociali permette di evidenziare altre criticità a cui il sistema dovrebbe fornire una risposta. Innanzitutto chi si trova ad affrontare per la prima volta la condizione di non autosufficienza si scontra con un’offerta frammentata e complessa in cui difficile orientarsi e ricavare informazioni chiare. Non esistono inoltre soggetti istituzionali che si facciano carico di organizzare e coordinare i vari aspetti dell’assistenza. Infine la struttura attuale delle reti familiari comporta sempre più spesso che l’onere dell’assistenza gravi su soggetti a cui spetta di occuparsi contemporaneamente dei propri figli e degli anziani genitori, con tutte le conseguenze emotive del caso.
Un recente
articolo della Dott.ssa Notarnicola (CERGAS) e del Dott. Giovanni Fosti (CERGAS) pubblicato sulla rivista ‘
I Luoghi della Cura’ evidenzia che gli
anziani non autosufficienti e i loro familiari non hanno solo la necessita di una risposta urgente ai propri bisogni di cura e assistenza, ma necessitano anche di servizi in grado di fornire
informazioni chiare,
orientamento nella scelta delle strutture e
supporto nella gestione organizzativa ed emotiva della nuova condizione in cui vengono a trovarsi.
E’ un dato di fatto che il settore della Long Term Care, sia nell’ambito pubblico che in quello privato, si è finora concentrato nel fornire una risposta al bisogno di assistenza e cura delle persone anziane non autosufficienti. Il sistema del welfare ha finora dato priorità a temi importantissimi, come la cura della persona (nutrimento, igiene, ecc.), la salute mentale, il benessere e la socialità. Ed è naturale che sia cosi in un contesto in cui le RSA convenzionate con il SSN sono in grado di accogliere solo un terzo delle richieste di assistenza da parte degli anziani in condizione di non autosufficienza.
Tuttavia, proseguono Notarnicola e Fosti, un esame più approfondito delle attuali dinamiche sociali permette di evidenziare altre criticità a cui il sistema dovrebbe fornire una risposta. Innanzitutto chi si trova ad affrontare per la prima volta la condizione di non autosufficienza si scontra con un’offerta frammentata e complessa in cui difficile orientarsi e ricavare informazioni chiare. Non esistono inoltre soggetti istituzionali che si facciano carico di organizzare e coordinare i vari aspetti dell’assistenza. Infine la struttura attuale delle reti familiari comporta sempre più spesso che l’onere dell’assistenza gravi su soggetti a cui spetta di occuparsi contemporaneamente dei propri figli e degli anziani genitori, con tutte le conseguenze emotive del caso.
Per quanto riguarda il tema delle informazioni, la ricerca sottolinea che attualmente non esiste una comunicazione istituzionale o un’attività di prevenzione specifica sulla condizione di non autosufficienza. Le persone affrontano questo tema quando si presenta drammaticamente nelle loro vite e spesso in condizione di estrema urgenza. Diventa dunque cruciale la necessità di accedere in tempi rapidi a tutte le informazioni necessarie per valutare le diverse soluzioni possibili e le modalità per accedere ai vari servizi disponibili sul territorio.
Molto importante in questo contesto, prosegue l'articolo, è la necessita di counseling e di supporto alle famiglie nell’organizzazione dell’assistenza ad un familiare non autosufficiente. Le difficoltà emergono soprattutto rispetto a temi come la gestione del tempo e delle spese da sostenere, ma oltre a ciò i caregiver hanno spesso la necessità di un supporto psicologico nell’elaborazione della nuova condizione del proprio caro, per essere in grado di sostenerlo al meglio ed aiutarlo ad accettare la nuova condizione di non autosufficienza