Se molte delle conclamate differenze tra Nord e Sud Italia sono conseguenza di diffusi e datati stereotipi, alcunesono invece innegabili e quanto mai attuali. Una di queste riguarda il costodella vita, che non risparmia nemmeno l’ambito socio-assistenziale e le case di riposo e degenza per gli anziani.
In tutto il territorio nazionale presentando l’attestazione Isee è possibilerichiedere un contributo statale per il pagamento di parte della rettadestinata alle Rsa, quellariguardante assistenza e cure mediche,mentre la parte di retta destinata alle prestazioni alberghiere (vitto ealloggio) rimane a carico dell’assistito.
In generale le tariffepossono variare anche di molto, e questo in buona parte dipende dalle tipologiedi servizi offerti, dagli spazi e dalla localizzazione geografica. Se infattila media nazionale delle rette, secondo gli ultimi dati forniti da Auser, è di 1.482 euro mensili, traNord e Sud del Paese c’è parecchia differenza: si passa da una media di 1.682euro nel Nord-Ovest a una media di 1.224 euro nel Sud e nelle Isole.
Se analizziamo poi i costi per gli alloggi nelle case di riposo delle grandi città, notiamo che le tariffe subisconovertiginosi aumenti. Un posto in una struttura a Milano o Roma puòsuperare facilmente i 2.500 euro, fino ad arrivare ai 4.000 euro in centrocittà.
Alla luce di questi dati è comprensibile la difficoltà dimolte famiglie a sostenere i costi di degenzadi un anziano parente, per cui di rado sono sufficienti la sua pensione e l’eventuale indennità diaccompagnamento. È evidente che lo Stato dovrebbe fare di più, come accade inmolti altri Paesi europei, ma i repentini tagli che hanno colpito i servizisocio-assistenziali hanno letteralmente prosciugato il conto del Fondo nazionale per le non autosufficienze,che nel 2016 registrava una dotazione del 78% in meno rispetto a quella del2009.
Se molte delle conclamate differenze tra Nord e Sud Italia sono conseguenza di diffusi e datati stereotipi, alcunesono invece innegabili e quanto mai attuali. Una di queste riguarda il costodella vita, che non risparmia nemmeno l’ambito socio-assistenziale e le case di riposo e degenza per gli anziani.
In tutto il territorio nazionale presentando l’attestazione Isee è possibilerichiedere un contributo statale per il pagamento di parte della rettadestinata alle Rsa, quellariguardante assistenza e cure mediche,mentre la parte di retta destinata alle prestazioni alberghiere (vitto ealloggio) rimane a carico dell’assistito.
In generale le tariffepossono variare anche di molto, e questo in buona parte dipende dalle tipologiedi servizi offerti, dagli spazi e dalla localizzazione geografica. Se infattila media nazionale delle rette, secondo gli ultimi dati forniti da Auser, è di 1.482 euro mensili, traNord e Sud del Paese c’è parecchia differenza: si passa da una media di 1.682euro nel Nord-Ovest a una media di 1.224 euro nel Sud e nelle Isole.
Se analizziamo poi i costi per gli alloggi nelle case di riposo delle grandi città, notiamo che le tariffe subisconovertiginosi aumenti. Un posto in una struttura a Milano o Roma puòsuperare facilmente i 2.500 euro, fino ad arrivare ai 4.000 euro in centrocittà.
Alla luce di questi dati è comprensibile la difficoltà dimolte famiglie a sostenere i costi di degenzadi un anziano parente, per cui di rado sono sufficienti la sua pensione e l’eventuale indennità diaccompagnamento. È evidente che lo Stato dovrebbe fare di più, come accade inmolti altri Paesi europei, ma i repentini tagli che hanno colpito i servizisocio-assistenziali hanno letteralmente prosciugato il conto del Fondo nazionale per le non autosufficienze,che nel 2016 registrava una dotazione del 78% in meno rispetto a quella del2009.