Costume e Società

Riforma dell'Assistenza agli Anziani: Organizzazioni chiedono revisione del decreto legislativo approvato

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25 Ottobre 2024

A pochi giorni dall'approvazione dello schema di decreto legislativo riguardante la riforma dell'assistenza agli anziani non autosufficienti, le organizzazioni del Patto per un Nuovo Welfare sulla Non Autosufficienza si rivolgono a Giorgia Meloni, sollecitando una revisione della riforma che ritengono non conforme "con le previsioni più innovative della legge-delega". Pur apprezzando le risorse allocate, si legge nella lettera inviata alla premier, si evidenzia che "non è questo ora il nostro focus. Prima bisogna discutere il progetto per il futuro dell’assistenza agli anziani: solo se questo è solido ha senso affrontare i finanziamenti. E il decreto approvato in via preliminare, a nostro parere, non sviluppa adeguatamente il progetto che invece la legge prevede".

Le organizzazioni sollevano tre principali aree di preoccupazione: la riforma dell’assistenza domiciliare, i criteri per le strutture residenziali per anziani e la prestazione universale per la non autosufficienza. Riguardo alla prima, si sottolinea che "lo schema di decreto rimanda a successivi provvedimenti di semplice indirizzo, mentre si dovrebbero già qui individuare alcuni criteri vincolanti che orientino il ridisegno dell’assistenza domiciliare verso la non autosufficienza". Per quanto riguarda le strutture residenziali, come RSA e Case di Riposo, si esprime la delusione per "previsioni non stringenti sia nella definizione di tutti i criteri utili per l’accreditamento, sia nei requisiti di sicurezza e qualità. Il decreto attuativo, invece, contiene solo prime indicazioni in merito e rimanda a ulteriori provvedimenti".

Infine, riguardo alla misura sperimentale proposta, si sottolinea che "viene introdotto il principio che si può fruire dell’assistenza per la non autosufficienza solo se, oltre a trovarsi in questa condizione, si è poveri, mentre attraverso il welfare è necessario sostenere anche le classi medie. Inoltre, con la prestazione vengono aggiunti 850 euro mensili all’indennità di accompagnamento – la più diffusa misura pubblica – che rimane immutata, senza affrontarne i tanti problemi. Sarebbe auspicabile che la sperimentazione prevedesse anche una revisione dell’indennità per le persone coinvolte: solo così potrà costituire un’utile base per il futuro".

Nella missiva, le organizzazioni ribadiscono la loro disponibilità a collaborare per l’attuazione della riforma della non autosufficienza, considerata urgente e necessaria. Il Patto coinvolge 60 organizzazioni, rappresentative della comunità italiana della non autosufficienza, che si sono unite per superare confini e differenze, seguendo da vicino la riforma sin dall’inizio


A pochi giorni dall'approvazione dello schema di decreto legislativo riguardante la riforma dell'assistenza agli anziani non autosufficienti, le organizzazioni del Patto per un Nuovo Welfare sulla Non Autosufficienza si rivolgono a Giorgia Meloni, sollecitando una revisione della riforma che ritengono non conforme "con le previsioni più innovative della legge-delega". Pur apprezzando le risorse allocate, si legge nella lettera inviata alla premier, si evidenzia che "non è questo ora il nostro focus. Prima bisogna discutere il progetto per il futuro dell’assistenza agli anziani: solo se questo è solido ha senso affrontare i finanziamenti. E il decreto approvato in via preliminare, a nostro parere, non sviluppa adeguatamente il progetto che invece la legge prevede".

Le organizzazioni sollevano tre principali aree di preoccupazione: la riforma dell’assistenza domiciliare, i criteri per le strutture residenziali per anziani e la prestazione universale per la non autosufficienza. Riguardo alla prima, si sottolinea che "lo schema di decreto rimanda a successivi provvedimenti di semplice indirizzo, mentre si dovrebbero già qui individuare alcuni criteri vincolanti che orientino il ridisegno dell’assistenza domiciliare verso la non autosufficienza". Per quanto riguarda le strutture residenziali, come RSA e Case di Riposo, si esprime la delusione per "previsioni non stringenti sia nella definizione di tutti i criteri utili per l’accreditamento, sia nei requisiti di sicurezza e qualità. Il decreto attuativo, invece, contiene solo prime indicazioni in merito e rimanda a ulteriori provvedimenti".

Infine, riguardo alla misura sperimentale proposta, si sottolinea che "viene introdotto il principio che si può fruire dell’assistenza per la non autosufficienza solo se, oltre a trovarsi in questa condizione, si è poveri, mentre attraverso il welfare è necessario sostenere anche le classi medie. Inoltre, con la prestazione vengono aggiunti 850 euro mensili all’indennità di accompagnamento – la più diffusa misura pubblica – che rimane immutata, senza affrontarne i tanti problemi. Sarebbe auspicabile che la sperimentazione prevedesse anche una revisione dell’indennità per le persone coinvolte: solo così potrà costituire un’utile base per il futuro".

Nella missiva, le organizzazioni ribadiscono la loro disponibilità a collaborare per l’attuazione della riforma della non autosufficienza, considerata urgente e necessaria. Il Patto coinvolge 60 organizzazioni, rappresentative della comunità italiana della non autosufficienza, che si sono unite per superare confini e differenze, seguendo da vicino la riforma sin dall’inizio

Case di riposo, rsa e case famiglia