Costume e Società
Robot in casa di riposo, esperimento con gli anziani ospiti
Abbiamo già parlato in precedenza dei robot infermieri e del loro possibile utilizzo nelle strutture assistenziali per anziani. Ci siamo interrogati circa le possibili reazioni dei pazienti e soprattutto ci siamo chiesti se il rischio di questa utile invenzione non rischi di portare a una disumanizzazione del senso della cura e dell’assistenza alla persona.
Un esperimento che ha visto un robot interagire con dieci anziani è stato effettuato e documentato nella casa di riposo Campasi, ora parte dell’Azienda Pubblica di Servizi alla Persona Città di Siena. L’automa in questione si chiama Pepper ed è un prodotto del gruppo di Robotica dell’Università di Siena. Gli anziani ospiti che hanno preso parte al progetto, chiamato Human face of science – Pepper, dopo una prima reazione di smarrimento hanno iniziato a interagire con il robot, a rispondere alle sue domande e farne a loro volta. Si sono divertiti e hanno apprezzato l’interlocutore, tanto da chiedere di ripetere la visita in futuro.
L’unicità di Pepper è nel suo softwer sensomotorio, capace di individuare movimenti ed espressioni facciali per dedurre emozioni e stati d’animo delle persone con cui entra in contatto. Il robot è in grado di comprendere e parlare il linguaggio umano e quindi di interagire, dialogare e ovviamente rispondere prontamente ai bisogni degli anziani utenti. Tra le funzioni previste alcune riguardano i ritmi quotidiani, come tempi e orari di cure e somministrazione di medicinali, altre riguardano parenti e affetti e aiutano il paziente a ricordare compleanni o ricorrenze di famigliari e persone care.
La prova toscana è stata positiva e il gruppo universitario è già al lavoro a nuove funzioni tra cui quella della telepresenza, che permetterà all’anziano di mettersi in contatto con parenti attraverso Pepper, che simulerà movimenti e atteggiamenti di figli o nipoti lontani.
Abbiamo già parlato in precedenza dei robot infermieri e del loro possibile utilizzo nelle strutture assistenziali per anziani. Ci siamo interrogati circa le possibili reazioni dei pazienti e soprattutto ci siamo chiesti se il rischio di questa utile invenzione non rischi di portare a una disumanizzazione del senso della cura e dell’assistenza alla persona.
Un esperimento che ha visto un robot interagire con dieci anziani è stato effettuato e documentato nella casa di riposo Campasi, ora parte dell’Azienda Pubblica di Servizi alla Persona Città di Siena. L’automa in questione si chiama Pepper ed è un prodotto del gruppo di Robotica dell’Università di Siena. Gli anziani ospiti che hanno preso parte al progetto, chiamato Human face of science – Pepper, dopo una prima reazione di smarrimento hanno iniziato a interagire con il robot, a rispondere alle sue domande e farne a loro volta. Si sono divertiti e hanno apprezzato l’interlocutore, tanto da chiedere di ripetere la visita in futuro.
L’unicità di Pepper è nel suo softwer sensomotorio, capace di individuare movimenti ed espressioni facciali per dedurre emozioni e stati d’animo delle persone con cui entra in contatto. Il robot è in grado di comprendere e parlare il linguaggio umano e quindi di interagire, dialogare e ovviamente rispondere prontamente ai bisogni degli anziani utenti. Tra le funzioni previste alcune riguardano i ritmi quotidiani, come tempi e orari di cure e somministrazione di medicinali, altre riguardano parenti e affetti e aiutano il paziente a ricordare compleanni o ricorrenze di famigliari e persone care.
La prova toscana è stata positiva e il gruppo universitario è già al lavoro a nuove funzioni tra cui quella della telepresenza, che permetterà all’anziano di mettersi in contatto con parenti attraverso Pepper, che simulerà movimenti e atteggiamenti di figli o nipoti lontani.