Salute e benessere

Robot in soccorso degli anziani

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9 Giugno 2017

È in crescita in Europa la necessità di assistenza medica, infermieristica e psichiatrica. Il bisogno crescente di cure rigurda diverse fasce d’età: dagli anziani con deficit cognitivi ai bambini con disturbi neuro comportamentali come l’autismo. Se oggi sanità pubblica e personale socio assistenziale inziano a essere in crisi e le case di riposo sono sempre più affollate, in futuro la situazione potrebbe non essere più sostenibile. Le proiezioni che riguardano la demenza in diverse forme, per esempio, per il 2040 si aggirano intorno agli 80 milioni di persone colpite.

Ecco perché recentemente dal Parlamento Europeo sono arrivate le linee guida della “roboetica”. Se l’aiuto umano non basta più, chiamiamo in soccorso la tecnologia. Sembra fantascienza ma molti programmi sono già una realtà. Diversi robot “infermieri” sono in fase di realizzazione all’interno del progetto finanziato dalla Commissione Europea “Horizon 2020” per 80 milioni di euro.

È già in collaudo in  Grecia un automa che si occuperà dell’assistenza di anziani affetti da demenza e di malati di Parkinson. Il robot, che è stato chiamato Zacharias, è dotato di sensori 2D e sarà in grado di monitorare i movimenti dei pazienti e i cambiamenti comportamentali. Un altro prodotto pensato per l’accudamento degli anziani, realizzato in Irlanda, farà presto il suo ingresso in una casa di riposo italiana, la Casa Sollievo della sofferenza di San Giovanni Rotondo, in Puglia. Il prototipo, di nome Mario, si occuperà dei pazienti in cui lo stato psico-fisico è in fase di deterioramento.

Innovazioni che potrebbero senza dubbio far fronte all’aumento della richesta di assitenza, soprattutto della fascia d’età over 65, ma quali rischi? Innumerevoli film di fantascienza hanno già pensato a scenari simili e forse potranno ricordarci l’importanza di mantenere la componente umana che sola possiede l’empatia, una capacità fondamentale per aiutare gli altri.

È in crescita in Europa la necessità di assistenza medica, infermieristica e psichiatrica. Il bisogno crescente di cure rigurda diverse fasce d’età: dagli anziani con deficit cognitivi ai bambini con disturbi neuro comportamentali come l’autismo. Se oggi sanità pubblica e personale socio assistenziale inziano a essere in crisi e le case di riposo sono sempre più affollate, in futuro la situazione potrebbe non essere più sostenibile. Le proiezioni che riguardano la demenza in diverse forme, per esempio, per il 2040 si aggirano intorno agli 80 milioni di persone colpite.

Ecco perché recentemente dal Parlamento Europeo sono arrivate le linee guida della “roboetica”. Se l’aiuto umano non basta più, chiamiamo in soccorso la tecnologia. Sembra fantascienza ma molti programmi sono già una realtà. Diversi robot “infermieri” sono in fase di realizzazione all’interno del progetto finanziato dalla Commissione Europea “Horizon 2020” per 80 milioni di euro.

È già in collaudo in  Grecia un automa che si occuperà dell’assistenza di anziani affetti da demenza e di malati di Parkinson. Il robot, che è stato chiamato Zacharias, è dotato di sensori 2D e sarà in grado di monitorare i movimenti dei pazienti e i cambiamenti comportamentali. Un altro prodotto pensato per l’accudamento degli anziani, realizzato in Irlanda, farà presto il suo ingresso in una casa di riposo italiana, la Casa Sollievo della sofferenza di San Giovanni Rotondo, in Puglia. Il prototipo, di nome Mario, si occuperà dei pazienti in cui lo stato psico-fisico è in fase di deterioramento.

Innovazioni che potrebbero senza dubbio far fronte all’aumento della richesta di assitenza, soprattutto della fascia d’età over 65, ma quali rischi? Innumerevoli film di fantascienza hanno già pensato a scenari simili e forse potranno ricordarci l’importanza di mantenere la componente umana che sola possiede l’empatia, una capacità fondamentale per aiutare gli altri.

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