Costume e Società

Senior living e Rsa: un settore strategico ma poco sostenuto in Italia

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30 Ottobre 2024

Il settore del senior living (le residenze per gli anziani autosufficienti) e delle Rsa è ancora poco sviluppato e sostenuto, nonostante sia un settore strategico e resistente alle crisi. Mentre il Pnrr ha previsto risorse per lo student housing e per ridurre il divario tra domanda e offerta di case di qualità, non si può dire lo stesso per l’altro segmento della cosiddetta residenzialità alternativa, il senior housing e tutto l’universo di case per anziani e fragili, autonomi e non. 

Una sfida lasciata all’iniziativa del libero mercato nel Paese più invecchiato d’Europa. In Italia, ci sono più di 7.800 case di riposo e cliniche, di cui l’83% private. E sono concentrate al Nord, soprattutto in Lombardia, Veneto e Piemonte

Poche strutture e pochi posti letto, però pieni. Il tasso di occupazione dei posti letto, in media, è del 78% (ma in Lombardia è dell’87 per cento). Se il grado di copertura del bisogno si ferma all’1,9% (molto lontano dal dato ottimale del 5%), il Nord fa un po’ meglio (tra il 3 e il 3,3%), mentre la gran parte delle regioni meridionali non raggiunge l’1 per cento. L’Olanda ha quattro volte l’offerta italiana

“Raggiungere il tasso di copertura target ideale del 5% – spiega il head of Living Capital Markets di Jll, Antonio Fuoco – significa mettere sul mercato circa 600mila posti letto entro il 2035, raddoppiando quindi l’offerta attuale. Gli investitori si dimostrano interessati a investire nel settore, che garantisce attualmente rendimenti che vanno dal 5,3% dell’healthcare al 5,5% del senior living. C’è quindi un premio rispetto ai rendimenti dei titoli di Stato. Stiamo anche assistendo a un’aggregazione degli operatori in gruppi più strutturati che non solo desiderano investire equity ma anche entrare nella gestione sotto l’aspetto operativo”.

Gli operatori, comunque, stanno mostrando una certa vivacità. L’ultima notizia, una settimana fa, ha riguardato la divisione di asset management del Gruppo Intesa Sanpaolo, con 383 miliardi di euro di patrimonio in gestione, che ha sottoscritto, tramite i fondi Eurizon Iter, un accordo per l’acquisto del 55% del Gruppo Zaffiro, attivo nei servizi socio-sanitari assistenziali.

A novembre, invece, il fondo Euryale Healthcare Italia 1 di Kryalos ha concluso i primi quattro investimenti in Rsa in Lombardia e Piemonte per circa 20 milioni. Mentre, a settembre, era stato creato il fondo Euryale Healthcare Italia 2 che porterà all’acquisto di un portafoglio di otto immobili in costruzione e ha una pipeline di investimenti, nei prossimi anni, di 120 milioni.

Il settore del senior living (le residenze per gli anziani autosufficienti) e delle Rsa è ancora poco sviluppato e sostenuto, nonostante sia un settore strategico e resistente alle crisi. Mentre il Pnrr ha previsto risorse per lo student housing e per ridurre il divario tra domanda e offerta di case di qualità, non si può dire lo stesso per l’altro segmento della cosiddetta residenzialità alternativa, il senior housing e tutto l’universo di case per anziani e fragili, autonomi e non. 

Una sfida lasciata all’iniziativa del libero mercato nel Paese più invecchiato d’Europa. In Italia, ci sono più di 7.800 case di riposo e cliniche, di cui l’83% private. E sono concentrate al Nord, soprattutto in Lombardia, Veneto e Piemonte

Poche strutture e pochi posti letto, però pieni. Il tasso di occupazione dei posti letto, in media, è del 78% (ma in Lombardia è dell’87 per cento). Se il grado di copertura del bisogno si ferma all’1,9% (molto lontano dal dato ottimale del 5%), il Nord fa un po’ meglio (tra il 3 e il 3,3%), mentre la gran parte delle regioni meridionali non raggiunge l’1 per cento. L’Olanda ha quattro volte l’offerta italiana

“Raggiungere il tasso di copertura target ideale del 5% – spiega il head of Living Capital Markets di Jll, Antonio Fuoco – significa mettere sul mercato circa 600mila posti letto entro il 2035, raddoppiando quindi l’offerta attuale. Gli investitori si dimostrano interessati a investire nel settore, che garantisce attualmente rendimenti che vanno dal 5,3% dell’healthcare al 5,5% del senior living. C’è quindi un premio rispetto ai rendimenti dei titoli di Stato. Stiamo anche assistendo a un’aggregazione degli operatori in gruppi più strutturati che non solo desiderano investire equity ma anche entrare nella gestione sotto l’aspetto operativo”.

Gli operatori, comunque, stanno mostrando una certa vivacità. L’ultima notizia, una settimana fa, ha riguardato la divisione di asset management del Gruppo Intesa Sanpaolo, con 383 miliardi di euro di patrimonio in gestione, che ha sottoscritto, tramite i fondi Eurizon Iter, un accordo per l’acquisto del 55% del Gruppo Zaffiro, attivo nei servizi socio-sanitari assistenziali.

A novembre, invece, il fondo Euryale Healthcare Italia 1 di Kryalos ha concluso i primi quattro investimenti in Rsa in Lombardia e Piemonte per circa 20 milioni. Mentre, a settembre, era stato creato il fondo Euryale Healthcare Italia 2 che porterà all’acquisto di un portafoglio di otto immobili in costruzione e ha una pipeline di investimenti, nei prossimi anni, di 120 milioni.

Case di riposo, rsa e case famiglia