Salute e benessere

Solitudine e disabilità: l'impatto dell'invecchiamento sulla società italiana

alt_text
25 Ottobre 2024

L’Italia si conferma uno dei paesi con la popolazione più anziana al mondo, con oltre 14 milioni di cittadini di età superiore ai 65 anni, rappresentanti oltre il 20% del totale della popolazione. Tuttavia, le proiezioni per il futuro non lasciano spazio a dubbi: entro il 2050, ci si aspetta che questo numero superi i 20 milioni, arrivando al 35% della popolazione italiana. Questi dati, emersi da uno studio recente, mettono in luce una realtà in continua evoluzione che presenta sfide sempre più complesse sia per la società nel suo complesso, sia per le famiglie.

Una delle problematiche più pressanti riguarda la questione delle disabilità, le quali stanno aumentando costantemente a causa dell'allungamento dell'aspettativa di vita e della carenza di adeguate forme di supporto per gli anziani non autosufficienti. I geriatri sono concordi nel sottolineare che è possibile prevenire, o almeno ritardare, la progressione delle disabilità, sia fisiche che cognitive, attraverso azioni mirate come l'esercizio fisico, l'intervento nutrizionale, la stimolazione cognitiva e il controllo dei fattori di rischio. Tali interventi risultano cruciali per preservare l'autonomia delle persone anziane e consentire loro di rimanere a casa il più a lungo possibile, mantenendo un buon livello di indipendenza.

Un altro tema di rilevanza è la solitudine, un fenomeno diffuso in Italia dove il tasso è il doppio rispetto alla media europea. Questa condizione non solo rappresenta un problema sociale, ma è anche associata a gravi conseguenze sulla salute, tra cui depressione, disturbi del sonno, demenza e malattie cardiovascolari. In un contesto in cui le famiglie sono sempre più piccole e instabili, diventa cruciale trovare nuove strategie per contrastare la solitudine degli anziani. La denatalità e le difficoltà nel reperire e remunerare caregiver dimostrano che il modello di assistenza sanitaria degli anni 70 è ormai obsoleto, nonostante talvolta si faccia ancora riferimento ad esso.

Per affrontare gli effetti dei cambiamenti demografici e sociali, è necessario agire in modo preventivo, supportando gli anziani nella preservazione della propria autonomia e nella prevenzione delle disabilità. Solo così potremo garantire che gli anziani possano continuare a essere una risorsa per le famiglie e la società nel suo complesso, contribuendo in modo attivo e positivo alla comunità. 

Inoltre, vanno menzionate anche le innovazioni nel campo della telemedicina e dello sviluppo di prototipi di robot maggiordomo per impiego domestico, che stanno emergendo come risorse cruciali nel garantire una migliore assistenza agli anziani e nel facilitare la gestione delle loro esigenze quotidiane

Recentemente, è stato approvato un Decreto Legislativo proposto dal Consiglio dei Ministri riguardante la riforma dell'assistenza agli anziani non autosufficienti, riflessi di questo cambiamento sono stati discussi durante un incontro presso la Camera dei Deputati.


L’Italia si conferma uno dei paesi con la popolazione più anziana al mondo, con oltre 14 milioni di cittadini di età superiore ai 65 anni, rappresentanti oltre il 20% del totale della popolazione. Tuttavia, le proiezioni per il futuro non lasciano spazio a dubbi: entro il 2050, ci si aspetta che questo numero superi i 20 milioni, arrivando al 35% della popolazione italiana. Questi dati, emersi da uno studio recente, mettono in luce una realtà in continua evoluzione che presenta sfide sempre più complesse sia per la società nel suo complesso, sia per le famiglie.

Una delle problematiche più pressanti riguarda la questione delle disabilità, le quali stanno aumentando costantemente a causa dell'allungamento dell'aspettativa di vita e della carenza di adeguate forme di supporto per gli anziani non autosufficienti. I geriatri sono concordi nel sottolineare che è possibile prevenire, o almeno ritardare, la progressione delle disabilità, sia fisiche che cognitive, attraverso azioni mirate come l'esercizio fisico, l'intervento nutrizionale, la stimolazione cognitiva e il controllo dei fattori di rischio. Tali interventi risultano cruciali per preservare l'autonomia delle persone anziane e consentire loro di rimanere a casa il più a lungo possibile, mantenendo un buon livello di indipendenza.

Un altro tema di rilevanza è la solitudine, un fenomeno diffuso in Italia dove il tasso è il doppio rispetto alla media europea. Questa condizione non solo rappresenta un problema sociale, ma è anche associata a gravi conseguenze sulla salute, tra cui depressione, disturbi del sonno, demenza e malattie cardiovascolari. In un contesto in cui le famiglie sono sempre più piccole e instabili, diventa cruciale trovare nuove strategie per contrastare la solitudine degli anziani. La denatalità e le difficoltà nel reperire e remunerare caregiver dimostrano che il modello di assistenza sanitaria degli anni 70 è ormai obsoleto, nonostante talvolta si faccia ancora riferimento ad esso.

Per affrontare gli effetti dei cambiamenti demografici e sociali, è necessario agire in modo preventivo, supportando gli anziani nella preservazione della propria autonomia e nella prevenzione delle disabilità. Solo così potremo garantire che gli anziani possano continuare a essere una risorsa per le famiglie e la società nel suo complesso, contribuendo in modo attivo e positivo alla comunità. 

Inoltre, vanno menzionate anche le innovazioni nel campo della telemedicina e dello sviluppo di prototipi di robot maggiordomo per impiego domestico, che stanno emergendo come risorse cruciali nel garantire una migliore assistenza agli anziani e nel facilitare la gestione delle loro esigenze quotidiane

Recentemente, è stato approvato un Decreto Legislativo proposto dal Consiglio dei Ministri riguardante la riforma dell'assistenza agli anziani non autosufficienti, riflessi di questo cambiamento sono stati discussi durante un incontro presso la Camera dei Deputati.

Case di riposo, rsa e case famiglia