Salute e benessere

Studio Prevasc: 150mila decessi evitabili grazie alla diagnosi precoce cardiologica

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25 Ottobre 2024

Le affezioni delle valvole cardiache, in particolare la stenosi aortica e l'insufficienza mitralica, costituiscono un pericolo silente, spesso misconosciuto e sottovalutato dai pazienti, nonché sottodiagnosticato, sebbene possano essere agevolmente individuati attraverso una visita cardiologica e un ecocardiogramma. Questa emergente minaccia è rivelata nei risultati preliminari del primo screening cardiologico per le patologie valvolari mai condotto in Italia, un'iniziativa della Società Italiana di Cardiologia Geriatrica (SICGe) all'interno dello studio Prevasc (PREvalenza malattie cardioVASColari).

Lo studio, finalizzato a valutare la prevalenza e la gravità delle patologie cardiache comuni tra gli anziani (fibrillazione atriale, scompenso cardiaco, malattie valvolari), ha coinvolto circa 1.200 individui over 65 in dieci "borghi del cuore" - piccoli comuni con meno di 3.000 abitanti - distribuiti in varie regioni italiane. Soggetti a visite cardiologiche complete, con elettrocardiogramma (ECG) ed ecocardiogramma, questi anziani hanno svelato, attraverso l'indagine, l'importanza cruciale di screening mirati.

I risultati evidenziano che tali attività sono fondamentali per individuare patologie latenti, consentendo una diagnosi precoce. Ciò non solo limiterebbe i danni, ma ridurrebbe anche la mortalità e i notevoli costi sociali e previdenziali associati. Medici ed esperti sottolineano l'urgenza di azioni preventive nella popolazione anziana, equiparando gli screening cardiologici a quelli "salvavita" impiegati nella lotta contro i tumori. L'adozione di programmi strutturati di prevenzione potrebbe evitare circa 150.000 decessi derivanti dalle forme gravi di patologie valvolari, spesso trascurate o identificate tardivamente.

Risultati - “Negli ultimi 50 anni, l’aspettativa di vita media in Italia è aumentata di oltre 10 anni, per cui le malattie cardiache che prima avevano una bassa prevalenza, ora sono più rilevanti. La prevenzione è dunque fondamentale per salvaguardare qualità e durata della vita della popolazione anziana. Però bisogna agire in tempo. Da qui l’idea di avviare uno screening cardiologico sulla popolazione anziana, nella quale i problemi cardiaci sono la prima causa di morte e disabilità – dichiara Niccolò Marchionni, presidente della SICGe – lo studio Prevasc ha lo scopo di fotografare lo stato di salute del cuore degli italiani over 65”.

Considerando i dati raccolti durante l'indagine, che si è conclusa a maggio, su un campione di circa mille anziani residenti in dieci piccoli comuni con meno di 3.000 abitanti, distribuiti su tutto il territorio nazionale, il presidente Marchionni aggiunge che “si osserva una prevalenza di circa il 30% di patologie valvolari nelle forme lieve e moderata, tre volte più alta rispetto a quella stimata fino ad oggi del 10-12%, con un’alta percentuale di ipertesi (83%), 19% di diabetici e 56% di dislipidemici. Tutte nuove diagnosi con sintomi silenti e fattori di rischio per cui gli anziani esaminati non erano in trattamento, in grado di generare negli anni successivi patologie cardiache clinicamente rilevanti. In particolare, anomalie della valvola aortica sono risultate complessivamente presenti nel 27% e quelle della valvola mitralica nel 34% dei soggetti osservati”.

“La valenza davvero unica dello studio PREVASC è quella di aver fatto emergere vizi valvolari latenti che, se non diagnosticati precocemente e seguiti nel tempo, nel 10% dei casi rischiano di evolvere, nell’arco di 4-5 anni, in forme gravi che possono diventare fatali nella metà dei pazienti. Tutto questo ha gravi conseguenze per i pazienti, con una stima di 150mila decessi evitabili grazie all’adozione di programmi strutturati di screening ‘salvavita’ come per i tumori mammari, colon-rettale e della cervice uterina. Ciò permetterebbe un aumento del numero delle diagnosi dall’attuale 25% al 60%, consentendo di intervenire precocemente in modo da aumentare la probabilità di sopravvivenza”, osserva Alessandro Boccanelli, vicepresidente della SICGe e coordinatore dello studio PREVASC.

"Una diagnosi tempestiva di queste patologie è possibile", continua Boccanelli, "con un processo diagnostico non complesso; basta auscultare il cuore con un fonendoscopio e, nel caso si identifichi un sospetto, procedere a successivi esami più semplici come un elettrocardiogramma o più approfonditi, come un ecocardiogramma”. Purtroppo questa pratica non è inclusa tra i controlli effettuati nella normale routine medica. “Queste patologie", sottolinea l'esperto, "soffrono pertanto di una debolezza a livello diagnostico, con un importante impatto anche dal punto di vista economico se si considera che, da un recente studio sui dati Inps del CEIS di Tor Vergata, emerge una spesa previdenziale di 29 milioni di euro l’anno".

"Sulla base di questi presupposti, la SICGe intende impegnarsi nel proporre di applicare su scala più ampia il progetto PREVASC, ossia promuovere un modello di programma di diagnosi precoce delle cardiopatie esteso e strutturato, che possa raggiungere l’intera popolazione over 65 a livello nazionale", concludono Marchionni e Boccanelli.

Secondo l’Onorevole Annarita Patriarca, membro della XII Commissione Affari Sociali presso la Camera dei Deputati, “lo studio Prevasc rappresenta un significativo esempio di progetto di prevenzione sul territorio, i dati dello studio sono un campanello d’allarme che non possiamo ignorare sullo stato di salute del cuore degli anziani. Con i colleghi della Commissione mi impegnerò per fornire risposte concrete e strutturate sui bisogni evidenziati in termini di prevenzione delle patologie cardiache degli anziani. In questa prospettiva gli screening di comunità sembrano costituire una strategia intelligente e da studiare a fondo per evitare decessi e provare a garantire un invecchiamento sereno agli over 65”.
“Il cambiamento demografico impone una riflessione più compiuta sulle attività di prevenzione delle cardiopatie degli anziani. I dati dello studio Prevasc diffusi dalla Società Italiana di Cardiologia Geriatrica spingono il legislatore a considerare gli screening cardiologici dell’anziano come un’interessante opportunità per salvare vite umane e rendere l’invecchiamento attivo un’effettiva realtà. Mi impegnerò per intraprendere un percorso con le società scientifiche di cardiologia rivolto ad approfondire i dati emersi al fine di rendere strutturali i percorsi di prevenzione delle malattie cardiache in un contesto di sostenibilità per il Ssn”, ha dichiarato Ugo Cappellacci, Presidente della XII Commissione Sanità della Camera dei Deputati.


Le affezioni delle valvole cardiache, in particolare la stenosi aortica e l'insufficienza mitralica, costituiscono un pericolo silente, spesso misconosciuto e sottovalutato dai pazienti, nonché sottodiagnosticato, sebbene possano essere agevolmente individuati attraverso una visita cardiologica e un ecocardiogramma. Questa emergente minaccia è rivelata nei risultati preliminari del primo screening cardiologico per le patologie valvolari mai condotto in Italia, un'iniziativa della Società Italiana di Cardiologia Geriatrica (SICGe) all'interno dello studio Prevasc (PREvalenza malattie cardioVASColari).

Lo studio, finalizzato a valutare la prevalenza e la gravità delle patologie cardiache comuni tra gli anziani (fibrillazione atriale, scompenso cardiaco, malattie valvolari), ha coinvolto circa 1.200 individui over 65 in dieci "borghi del cuore" - piccoli comuni con meno di 3.000 abitanti - distribuiti in varie regioni italiane. Soggetti a visite cardiologiche complete, con elettrocardiogramma (ECG) ed ecocardiogramma, questi anziani hanno svelato, attraverso l'indagine, l'importanza cruciale di screening mirati.

I risultati evidenziano che tali attività sono fondamentali per individuare patologie latenti, consentendo una diagnosi precoce. Ciò non solo limiterebbe i danni, ma ridurrebbe anche la mortalità e i notevoli costi sociali e previdenziali associati. Medici ed esperti sottolineano l'urgenza di azioni preventive nella popolazione anziana, equiparando gli screening cardiologici a quelli "salvavita" impiegati nella lotta contro i tumori. L'adozione di programmi strutturati di prevenzione potrebbe evitare circa 150.000 decessi derivanti dalle forme gravi di patologie valvolari, spesso trascurate o identificate tardivamente.

Risultati - “Negli ultimi 50 anni, l’aspettativa di vita media in Italia è aumentata di oltre 10 anni, per cui le malattie cardiache che prima avevano una bassa prevalenza, ora sono più rilevanti. La prevenzione è dunque fondamentale per salvaguardare qualità e durata della vita della popolazione anziana. Però bisogna agire in tempo. Da qui l’idea di avviare uno screening cardiologico sulla popolazione anziana, nella quale i problemi cardiaci sono la prima causa di morte e disabilità – dichiara Niccolò Marchionni, presidente della SICGe – lo studio Prevasc ha lo scopo di fotografare lo stato di salute del cuore degli italiani over 65”.

Considerando i dati raccolti durante l'indagine, che si è conclusa a maggio, su un campione di circa mille anziani residenti in dieci piccoli comuni con meno di 3.000 abitanti, distribuiti su tutto il territorio nazionale, il presidente Marchionni aggiunge che “si osserva una prevalenza di circa il 30% di patologie valvolari nelle forme lieve e moderata, tre volte più alta rispetto a quella stimata fino ad oggi del 10-12%, con un’alta percentuale di ipertesi (83%), 19% di diabetici e 56% di dislipidemici. Tutte nuove diagnosi con sintomi silenti e fattori di rischio per cui gli anziani esaminati non erano in trattamento, in grado di generare negli anni successivi patologie cardiache clinicamente rilevanti. In particolare, anomalie della valvola aortica sono risultate complessivamente presenti nel 27% e quelle della valvola mitralica nel 34% dei soggetti osservati”.

“La valenza davvero unica dello studio PREVASC è quella di aver fatto emergere vizi valvolari latenti che, se non diagnosticati precocemente e seguiti nel tempo, nel 10% dei casi rischiano di evolvere, nell’arco di 4-5 anni, in forme gravi che possono diventare fatali nella metà dei pazienti. Tutto questo ha gravi conseguenze per i pazienti, con una stima di 150mila decessi evitabili grazie all’adozione di programmi strutturati di screening ‘salvavita’ come per i tumori mammari, colon-rettale e della cervice uterina. Ciò permetterebbe un aumento del numero delle diagnosi dall’attuale 25% al 60%, consentendo di intervenire precocemente in modo da aumentare la probabilità di sopravvivenza”, osserva Alessandro Boccanelli, vicepresidente della SICGe e coordinatore dello studio PREVASC.

"Una diagnosi tempestiva di queste patologie è possibile", continua Boccanelli, "con un processo diagnostico non complesso; basta auscultare il cuore con un fonendoscopio e, nel caso si identifichi un sospetto, procedere a successivi esami più semplici come un elettrocardiogramma o più approfonditi, come un ecocardiogramma”. Purtroppo questa pratica non è inclusa tra i controlli effettuati nella normale routine medica. “Queste patologie", sottolinea l'esperto, "soffrono pertanto di una debolezza a livello diagnostico, con un importante impatto anche dal punto di vista economico se si considera che, da un recente studio sui dati Inps del CEIS di Tor Vergata, emerge una spesa previdenziale di 29 milioni di euro l’anno".

"Sulla base di questi presupposti, la SICGe intende impegnarsi nel proporre di applicare su scala più ampia il progetto PREVASC, ossia promuovere un modello di programma di diagnosi precoce delle cardiopatie esteso e strutturato, che possa raggiungere l’intera popolazione over 65 a livello nazionale", concludono Marchionni e Boccanelli.

Secondo l’Onorevole Annarita Patriarca, membro della XII Commissione Affari Sociali presso la Camera dei Deputati, “lo studio Prevasc rappresenta un significativo esempio di progetto di prevenzione sul territorio, i dati dello studio sono un campanello d’allarme che non possiamo ignorare sullo stato di salute del cuore degli anziani. Con i colleghi della Commissione mi impegnerò per fornire risposte concrete e strutturate sui bisogni evidenziati in termini di prevenzione delle patologie cardiache degli anziani. In questa prospettiva gli screening di comunità sembrano costituire una strategia intelligente e da studiare a fondo per evitare decessi e provare a garantire un invecchiamento sereno agli over 65”.
“Il cambiamento demografico impone una riflessione più compiuta sulle attività di prevenzione delle cardiopatie degli anziani. I dati dello studio Prevasc diffusi dalla Società Italiana di Cardiologia Geriatrica spingono il legislatore a considerare gli screening cardiologici dell’anziano come un’interessante opportunità per salvare vite umane e rendere l’invecchiamento attivo un’effettiva realtà. Mi impegnerò per intraprendere un percorso con le società scientifiche di cardiologia rivolto ad approfondire i dati emersi al fine di rendere strutturali i percorsi di prevenzione delle malattie cardiache in un contesto di sostenibilità per il Ssn”, ha dichiarato Ugo Cappellacci, Presidente della XII Commissione Sanità della Camera dei Deputati.

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