Salute e benessere

Università di Bologna: scoperta innovativa per la diagnosi precoce di Parkinson e demenza

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3 Agosto 2023

Un gruppo di ricercatori dell'Università di Bologna, dell’IRCCS – Istituto delle Scienze Neurologiche di Bologna e dell’Università di Lund (Svezia) ha compiuto una scoperta rivoluzionaria nel campo delle malattie neurodegenerative. Grazie a un test sul liquido cerebrospinale, è possibile rilevare in anticipo la presenza sia del Parkinson sia della demenza da corpi di Lewy, la seconda malattia più comune dopo il morbo di Alzheimer, prima della manifestazione dei sintomi motori o cognitivi.

I risultati del loro lavoro di ricerca, pubblicati in due articoli su Nature Medicine, dimostrano che questo test innovativo basato sulla valutazione della proteina alfa-sinucleina patologica apre nuove possibilità nella medicina di precisione, permettendo una migliore previsione delle traiettorie cliniche e una gestione più efficace dei pazienti con lieve decadimento cognitivo.

Il professor Piero Parchi, coordinatore dello studio e docente al dipartimento di Scienze Biomediche e Neuromotorie dell'Università di Bologna, sottolinea l'importanza di questa scoperta: "Il test sul liquido cerebrospinale che abbiamo sperimentato ha restituito risultati molto promettenti. Ci aspettiamo che il test inizi ad essere utilizzato in tempi brevi, per migliorare la capacità di diagnosi e di prognosi nelle cliniche specializzate che si prendono cura di individui con disturbi del movimento e sintomi cognitivi".

La malattia da corpi di Lewy è causata da un mal ripiegamento della proteina alfa-sinucleina nel cervello, che si aggrega formando i cosiddetti "corpi di Lewy", danneggiando le cellule nervose. Questa proteina patologica può anche indurre il mal ripiegamento di altre molecole, creando un effetto domino che porta allo sviluppo della patologia.

Fino a poco tempo fa, diagnosticare i corpi di Lewy richiedeva un esame neuropatologico dopo il decesso del paziente. Solo di recente, grazie al test RT-QuIC, un'innovativa metodica di amplificazione in vitro, è possibile rilevare la presenza dell'alfa-sinucleina patologica nel liquido cerebrospinale prima che compaiano i sintomi.

Il gruppo di ricerca dell'Università di Bologna e dell’IRCCS, guidato dal professor Piero Parchi, ha svolto un ruolo significativo nello sviluppo e nella validazione clinica di questo nuovo metodo. Hanno dimostrato l'alta accuratezza diagnostica del test nei pazienti affetti da malattia di Parkinson e demenza da corpi di Lewy, includendo una casistica di pazienti con diagnosi confermata tramite esame neuropatologico.

Per completare il quadro di questa scoperta, il gruppo del professor Parchi, insieme a ricercatori dell'Università di Lund, ha condotto due nuovi studi coinvolgendo oltre 2.000 individui svedesi. Nel campione erano presenti sia individui senza alcun deterioramento cognitivo o difficoltà motorie, sia pazienti con decadimento cognitivo.

I risultati hanno mostrato che quasi il 10% degli "asintomatici" presentava corpi di Lewy nel cervello, indicando la possibilità di rilevare questa patologia anche prima dei sintomi. È stato osservato che coloro con corpi di Lewy nel cervello hanno poi sperimentato un declino delle funzioni cognitive nel tempo, sviluppando in alcuni casi il morbo di Parkinson o la demenza da corpi di Lewy negli anni successivi.

In un secondo studio, il test è stato effettuato su oltre 800 individui con difficoltà cognitive, evidenziando in circa il 25% di loro la presenza della malattia da corpi di Lewy. Circa la metà di questi pazienti presentava anche un accumulo delle proteine amiloide e tau associate alla malattia di Alzheimer, indicando un'interazione tra queste patologie e sottolineando l'importanza clinica di tali risultati per prevedere la prognosi del paziente.

Inoltre, il lavoro di ricerca ha rivelato un'interessante correlazione tra la presenza di corpi di Lewy nel cervello e un ridotto senso dell'olfatto, che potrebbe avere implicazioni per la sperimentazione di farmaci mirati a limitare la formazione di tali corpi.

Il futuro sembra promettente per l'utilizzo di questo test nel campo delle malattie neurodegenerative, aprendo la strada a sperimentazioni farmacologiche mirate e aprendo nuove prospettive per una diagnosi precoce e una gestione più efficace delle patologie correlate ai corpi di Lewy.

Un gruppo di ricercatori dell'Università di Bologna, dell’IRCCS – Istituto delle Scienze Neurologiche di Bologna e dell’Università di Lund (Svezia) ha compiuto una scoperta rivoluzionaria nel campo delle malattie neurodegenerative. Grazie a un test sul liquido cerebrospinale, è possibile rilevare in anticipo la presenza sia del Parkinson sia della demenza da corpi di Lewy, la seconda malattia più comune dopo il morbo di Alzheimer, prima della manifestazione dei sintomi motori o cognitivi.

I risultati del loro lavoro di ricerca, pubblicati in due articoli su Nature Medicine, dimostrano che questo test innovativo basato sulla valutazione della proteina alfa-sinucleina patologica apre nuove possibilità nella medicina di precisione, permettendo una migliore previsione delle traiettorie cliniche e una gestione più efficace dei pazienti con lieve decadimento cognitivo.

Il professor Piero Parchi, coordinatore dello studio e docente al dipartimento di Scienze Biomediche e Neuromotorie dell'Università di Bologna, sottolinea l'importanza di questa scoperta: "Il test sul liquido cerebrospinale che abbiamo sperimentato ha restituito risultati molto promettenti. Ci aspettiamo che il test inizi ad essere utilizzato in tempi brevi, per migliorare la capacità di diagnosi e di prognosi nelle cliniche specializzate che si prendono cura di individui con disturbi del movimento e sintomi cognitivi".

La malattia da corpi di Lewy è causata da un mal ripiegamento della proteina alfa-sinucleina nel cervello, che si aggrega formando i cosiddetti "corpi di Lewy", danneggiando le cellule nervose. Questa proteina patologica può anche indurre il mal ripiegamento di altre molecole, creando un effetto domino che porta allo sviluppo della patologia.

Fino a poco tempo fa, diagnosticare i corpi di Lewy richiedeva un esame neuropatologico dopo il decesso del paziente. Solo di recente, grazie al test RT-QuIC, un'innovativa metodica di amplificazione in vitro, è possibile rilevare la presenza dell'alfa-sinucleina patologica nel liquido cerebrospinale prima che compaiano i sintomi.

Il gruppo di ricerca dell'Università di Bologna e dell’IRCCS, guidato dal professor Piero Parchi, ha svolto un ruolo significativo nello sviluppo e nella validazione clinica di questo nuovo metodo. Hanno dimostrato l'alta accuratezza diagnostica del test nei pazienti affetti da malattia di Parkinson e demenza da corpi di Lewy, includendo una casistica di pazienti con diagnosi confermata tramite esame neuropatologico.

Per completare il quadro di questa scoperta, il gruppo del professor Parchi, insieme a ricercatori dell'Università di Lund, ha condotto due nuovi studi coinvolgendo oltre 2.000 individui svedesi. Nel campione erano presenti sia individui senza alcun deterioramento cognitivo o difficoltà motorie, sia pazienti con decadimento cognitivo.

I risultati hanno mostrato che quasi il 10% degli "asintomatici" presentava corpi di Lewy nel cervello, indicando la possibilità di rilevare questa patologia anche prima dei sintomi. È stato osservato che coloro con corpi di Lewy nel cervello hanno poi sperimentato un declino delle funzioni cognitive nel tempo, sviluppando in alcuni casi il morbo di Parkinson o la demenza da corpi di Lewy negli anni successivi.

In un secondo studio, il test è stato effettuato su oltre 800 individui con difficoltà cognitive, evidenziando in circa il 25% di loro la presenza della malattia da corpi di Lewy. Circa la metà di questi pazienti presentava anche un accumulo delle proteine amiloide e tau associate alla malattia di Alzheimer, indicando un'interazione tra queste patologie e sottolineando l'importanza clinica di tali risultati per prevedere la prognosi del paziente.

Inoltre, il lavoro di ricerca ha rivelato un'interessante correlazione tra la presenza di corpi di Lewy nel cervello e un ridotto senso dell'olfatto, che potrebbe avere implicazioni per la sperimentazione di farmaci mirati a limitare la formazione di tali corpi.

Il futuro sembra promettente per l'utilizzo di questo test nel campo delle malattie neurodegenerative, aprendo la strada a sperimentazioni farmacologiche mirate e aprendo nuove prospettive per una diagnosi precoce e una gestione più efficace delle patologie correlate ai corpi di Lewy.

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