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Progetto Ri-Guardo: la fotografia come mezzo per umanizzare la quotidianità delle case di riposo

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23 Ottobre 2024

La fatica causata dal Covid, la mancanza di personale, l'estate torrida. Tante difficoltà affrontate eppure, l'ISRAA, a Treviso, si rifiuta di arrendersi. Nelle parole del suo direttore, Giorgio Pavan, “fuori dai riflettori, dalle quotidiane notizie negative ad effetto, ci sono molte persone, anche nelle difficoltà, che continuano a fare al meglio il proprio lavoro; mettendoci passione, creatività, competenza, e non mancano progetti innovativi”.

L'ultimo di questi progetti, chiamato “Ri:Guardo”, ha utilizzato la fotografia per guardare con occhi diversi il lavoro di cura con gli anziani nelle case di riposo. La dott.ssa Laura Lionetti, coordinatrice di Casa Albergo, una delle quattro residenze e luogo di realizzazione del progetto, spiega: “Inutile negarlo, non è facile la fragilità, non è facile essere ospiti di una Rsa, spesso con problemi di salute, con poca mobilità o addirittura costretti in carrozzella: la parola e i concetti che, a volte, non escono con facilità e, tuttavia, mantenere il diritto di esprimersi, di far sentire la propria esistenza all’interno di una comunità più ampia. Impossibile? Noi abbiamo cercato il modo di farlo, attraverso un canale comunicativo diverso: la fotografia”.

“Con la pandemia da Covid-19 si sono dovute affrontare molte complessità e sfide nel lavoro di cura. L’emergenza ha fatto emergere l’urgenza, l’imprevedibilità e l’inatteso. Come evidenziato da McKinsey Company la prima reazione delle organizzazioni alla pandemia è stata quella di resistere; si è poi passati al bisogno di ritorno alla normalità ma anche alla necessità di re-immaginare e re-inventare. Questo progetto nasce dall’idea di rigenerare il lavoro di cura a partire dalla creazione di spazi di riflessione e di consapevolezza, con un diverso linguaggio, quello delle immagini. Obiettivo specifico del progetto è aumentare la consapevolezza dei nuovi bisogni, desideri e sguardi delle persone anziane emersi dopo la Pandemia da Covid-19; cosa ci stanno dicendo? E aumentare la consapevolezza del personale di cura rispetto il proprio sguardo e impatto nell’immaginare e disegnare futuri possibili e desiderabili nella cura delle persone anziane”.

“Il tutto sarà in futuro portato a disposizione della comunità più ampia di Treviso, perché ogni anziano che risiede da noi, ha diritto di continuare a vivere la propria vita con pienezza e, se possibile, con serenità, supportato anche dall’affetto dei nostri operatori; forse è tempo di iniziare a vedere queste case di riposo come luoghi dove continuare a godere e progettare il proprio tempo”, spiega il presidente ISRAA, Mauro Michielon

La fatica causata dal Covid, la mancanza di personale, l'estate torrida. Tante difficoltà affrontate eppure, l'ISRAA, a Treviso, si rifiuta di arrendersi. Nelle parole del suo direttore, Giorgio Pavan, “fuori dai riflettori, dalle quotidiane notizie negative ad effetto, ci sono molte persone, anche nelle difficoltà, che continuano a fare al meglio il proprio lavoro; mettendoci passione, creatività, competenza, e non mancano progetti innovativi”.

L'ultimo di questi progetti, chiamato “Ri:Guardo”, ha utilizzato la fotografia per guardare con occhi diversi il lavoro di cura con gli anziani nelle case di riposo. La dott.ssa Laura Lionetti, coordinatrice di Casa Albergo, una delle quattro residenze e luogo di realizzazione del progetto, spiega: “Inutile negarlo, non è facile la fragilità, non è facile essere ospiti di una Rsa, spesso con problemi di salute, con poca mobilità o addirittura costretti in carrozzella: la parola e i concetti che, a volte, non escono con facilità e, tuttavia, mantenere il diritto di esprimersi, di far sentire la propria esistenza all’interno di una comunità più ampia. Impossibile? Noi abbiamo cercato il modo di farlo, attraverso un canale comunicativo diverso: la fotografia”.

“Con la pandemia da Covid-19 si sono dovute affrontare molte complessità e sfide nel lavoro di cura. L’emergenza ha fatto emergere l’urgenza, l’imprevedibilità e l’inatteso. Come evidenziato da McKinsey Company la prima reazione delle organizzazioni alla pandemia è stata quella di resistere; si è poi passati al bisogno di ritorno alla normalità ma anche alla necessità di re-immaginare e re-inventare. Questo progetto nasce dall’idea di rigenerare il lavoro di cura a partire dalla creazione di spazi di riflessione e di consapevolezza, con un diverso linguaggio, quello delle immagini. Obiettivo specifico del progetto è aumentare la consapevolezza dei nuovi bisogni, desideri e sguardi delle persone anziane emersi dopo la Pandemia da Covid-19; cosa ci stanno dicendo? E aumentare la consapevolezza del personale di cura rispetto il proprio sguardo e impatto nell’immaginare e disegnare futuri possibili e desiderabili nella cura delle persone anziane”.

“Il tutto sarà in futuro portato a disposizione della comunità più ampia di Treviso, perché ogni anziano che risiede da noi, ha diritto di continuare a vivere la propria vita con pienezza e, se possibile, con serenità, supportato anche dall’affetto dei nostri operatori; forse è tempo di iniziare a vedere queste case di riposo come luoghi dove continuare a godere e progettare il proprio tempo”, spiega il presidente ISRAA, Mauro Michielon