Costume e Società

Anziani e Welfare in Italia: il nuovo rapporto sulla Long Term Care del Cergas SDA Bocconi

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15 Ottobre 2024

Al giorno d’oggi, preso atto sia del crescente numero di anziani soli che del progressivo invecchiamento della popolazione, risulta evidente la necessità di implementare nel paese nuovi e più efficienti modelli di assistenza: infatti, nel tentativo di garantire una corretta erogazione di risorse e servizi in grado di soddisfare le diverse esigenze della cittadinanza, Enti ed Istituzioni dovrebbero incentivare e migliorare il rapporto dell’utenza con i servizi di welfare, in vista di un futuro rischio di non autosufficienza tra i membri della collettività. A tal proposito, Il 4° Rapporto dell’Osservatorio Long Term Care del “Cergas SDA Bocconi”, ha recentemente proposto una fotografia attuale del profilo dei non autosufficienti in Italia, a cui ha affiancato la prospettiva diretta degli anziani di domani e la preoccupazione delle generazioni più giovani.

All’interno del territorio nazionale, infatti, gli anziani non autosufficienti sono circa 3,8 milioni, la maggior parte dei quali vive principalmente nel proprio domicilio: quest’ultimi, accuditi da almeno 2,5 milioni di caregiver familiari e da oltre un milione di badanti, in entrambi i casi prevalentemente donne, necessitano con urgenza di interventi e soluzioni più idonee al loro compromesso stato di salute. I servizi pubblici domiciliari, che hanno una potenza di fuoco limitata e orientata a un approccio riparativo, non possono garantire una presa in carico completa e coerente con un bisogno di lunga assistenza: ad oggi, quindi, il tradizionale modello medico e assistenziale sembra non essere più idoneo a sostenere i soggetti fragili, anche per la considerevole riduzione delle persone disponibili a fare da badanti e per il diradarsi delle strutture familiari. In questo contesto di emergenza caratterizzato da rilevanti cambiamenti sociali e demografici, e a fronte di un sistema di welfare pubblico che raggiunge solo una quota residuale di cittadini, risulta evidente la forte preoccupazione dei soggetti più giovani, i quali chiedono innovative opportunità di mercato da parte di Istituzioni e Organizzazioni, per investire promuovendo servizi nuovi più vicini alle necessità delle famiglie di oggi e di domani.

La percezione sul tema della non autosufficienza all’interno della società ha di fatto subito un profondo mutamento: se in passato solo il 23% dei cittadini si poneva il problema solo quando sopraggiungeva, e il 17% dichiarava di voler contare sul welfare pubblico in caso di bisogno, ad oggi la situazione è cambiata notevolmente: da una survey esplorativa che ha raccolto la prospettiva di 508 persone residenti nel Nord Italia, principalmente donne (70%) e di età media di 37 anni, è emerso che il 65% dei rispondenti si dichiara pronto ad adottare comportamenti di prevenzione e a organizzarsi in anticipo rispetto all’età anziana, il 13% ha raccolto attivamente informazioni anche rispetto a servizi specifici, mentre il 3% ha già preso accordi per attivarli nel momento futuro più opportuno. il tema dell’emergenza, percepito nel bisogno di monitoraggio, sicurezza e pronto intervento, è attualmente più forte: considerato l’evidente scollamento tra l’attuale offerta dei servizi, orientata unicamente all’assistenza, e l’immaginario dei cittadini, i gestori del settore sanitario dovrebbero indirizzare le loro proposte nella direzione perlopiù richiesta, per rinnovare servizi e modernizzarne gli interventi. Sebbene la popolazione tenda ancora a prediligere l’assistenza domiciliare e l’aiuto della rete familiare, i gestori devono oggi riflettere su come rendersi riconoscibili alla numerosa platea di giovani, anziani e caregiver, che potrebbero in futuro avere bisogni legati alla non autosufficienza, e quindi richiedere supporto e sostegno allo stato.

Al giorno d’oggi, preso atto sia del crescente numero di anziani soli che del progressivo invecchiamento della popolazione, risulta evidente la necessità di implementare nel paese nuovi e più efficienti modelli di assistenza: infatti, nel tentativo di garantire una corretta erogazione di risorse e servizi in grado di soddisfare le diverse esigenze della cittadinanza, Enti ed Istituzioni dovrebbero incentivare e migliorare il rapporto dell’utenza con i servizi di welfare, in vista di un futuro rischio di non autosufficienza tra i membri della collettività. A tal proposito, Il 4° Rapporto dell’Osservatorio Long Term Care del “Cergas SDA Bocconi”, ha recentemente proposto una fotografia attuale del profilo dei non autosufficienti in Italia, a cui ha affiancato la prospettiva diretta degli anziani di domani e la preoccupazione delle generazioni più giovani.

All’interno del territorio nazionale, infatti, gli anziani non autosufficienti sono circa 3,8 milioni, la maggior parte dei quali vive principalmente nel proprio domicilio: quest’ultimi, accuditi da almeno 2,5 milioni di caregiver familiari e da oltre un milione di badanti, in entrambi i casi prevalentemente donne, necessitano con urgenza di interventi e soluzioni più idonee al loro compromesso stato di salute. I servizi pubblici domiciliari, che hanno una potenza di fuoco limitata e orientata a un approccio riparativo, non possono garantire una presa in carico completa e coerente con un bisogno di lunga assistenza: ad oggi, quindi, il tradizionale modello medico e assistenziale sembra non essere più idoneo a sostenere i soggetti fragili, anche per la considerevole riduzione delle persone disponibili a fare da badanti e per il diradarsi delle strutture familiari. In questo contesto di emergenza caratterizzato da rilevanti cambiamenti sociali e demografici, e a fronte di un sistema di welfare pubblico che raggiunge solo una quota residuale di cittadini, risulta evidente la forte preoccupazione dei soggetti più giovani, i quali chiedono innovative opportunità di mercato da parte di Istituzioni e Organizzazioni, per investire promuovendo servizi nuovi più vicini alle necessità delle famiglie di oggi e di domani.

La percezione sul tema della non autosufficienza all’interno della società ha di fatto subito un profondo mutamento: se in passato solo il 23% dei cittadini si poneva il problema solo quando sopraggiungeva, e il 17% dichiarava di voler contare sul welfare pubblico in caso di bisogno, ad oggi la situazione è cambiata notevolmente: da una survey esplorativa che ha raccolto la prospettiva di 508 persone residenti nel Nord Italia, principalmente donne (70%) e di età media di 37 anni, è emerso che il 65% dei rispondenti si dichiara pronto ad adottare comportamenti di prevenzione e a organizzarsi in anticipo rispetto all’età anziana, il 13% ha raccolto attivamente informazioni anche rispetto a servizi specifici, mentre il 3% ha già preso accordi per attivarli nel momento futuro più opportuno. il tema dell’emergenza, percepito nel bisogno di monitoraggio, sicurezza e pronto intervento, è attualmente più forte: considerato l’evidente scollamento tra l’attuale offerta dei servizi, orientata unicamente all’assistenza, e l’immaginario dei cittadini, i gestori del settore sanitario dovrebbero indirizzare le loro proposte nella direzione perlopiù richiesta, per rinnovare servizi e modernizzarne gli interventi. Sebbene la popolazione tenda ancora a prediligere l’assistenza domiciliare e l’aiuto della rete familiare, i gestori devono oggi riflettere su come rendersi riconoscibili alla numerosa platea di giovani, anziani e caregiver, che potrebbero in futuro avere bisogni legati alla non autosufficienza, e quindi richiedere supporto e sostegno allo stato.

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